26 gennaio 2018

26 Gennaio 2018

Non possiamo deludere le attese

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 10,1-9)
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

Il commento

Pregate il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe” (10,2). Prima di inviarli a predicare, Gesù chiede ai discepoli di pregare. Come se dicesse: “Andate ma ricordate che non siete e non sarete mai sufficienti, quello che farete sarà sempre troppo poco rispetto alle necessità, la messe è molto più grande delle vostre forze”. Dobbiamo andare, dunque, non possiamo attendere di essere in tanti né possiamo far attendere quelli che hanno bisogno di ricevere oggi la Parola che salva. Gesù invita a partire con l’umile consapevolezza di non avere le risorse necessarie per rispondere al compito che ci è stato affidato. La preghiera non solo precede ma accompagna tutta l’esperienza missionaria, in questo modo restiamo aggrappati alla grazia. Non andiamo perché ci sentiamo forti e capaci ma solo perché ci fidiamo di Colui che ci manda. D’altra parte, è bello constatare che il Signore ci manda pur sapendo che siamo pochi e imperfetti. Quello che annunciamo è più grande di noi, la nostra fragile vita non sarà mai lo specchio fedele della Parola. E tuttavia… andiamo. Non con l’arroganza di chi pensa di cambiare il mondo ma con l’umiltà di chi ha una parola da dire, una parola che ha la forza di Dio perché viene da Dio. Non abbiamo parole nostre, frutto della nostra intelligenza, siamo solo umili servi di quella parola che, ne siamo certi, accompagna e rischiara il cammino dell’umanità. Una parola di cui il mondo ha assolutamente bisogno.

I santi che oggi celebriamo, Timoteo e Tito, sono i primi discepoli di Paolo, quelli che lo hanno fedelmente seguito ed hanno condiviso la fatica e le gioie dell’apostolato missionario. Hanno imparato da lui e da lui sono stati inviati. Oggi preghiamo in modo speciale per i Vescovi perché sappiano suscitare e promuovere in ogni battezzato un ardente slancio missionario. Una Chiesa vive autenticamente quando tutti sentiranno il dovere di dare buona testimonianza e nessuno si tirerà indietro per quieto vivere o per viltà.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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