CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi

Diario di un viaggio speciale in compagnia dei santi Luigi e Zelia Martin

29 Gennaio 2018

Il 23 gennaio è cominciata la Peregrinatio delle reliquie dei santi Luigi e Zelia Martin in Italia. Nel blog di oggi don Silvio descrive questi primi giorni di grazia: “Le reliquie ricordano che la via tra Cielo e terra è costellata di ponti. La fede dona occhi per riconoscerli”.

Cari amici,
siamo partiti da Lisieux il 23 gennaio, quand’era ancora buio, come nelle migliori tradizioni evangeliche. Siamo partiti in compagnia dei santi Luigi e Zelia. Il viaggio era cominciato qualche giorno prima, da Pompei, dove attualmente vivo con una comunità di giovani che si preparano alla vita sacerdotale. Sono venuti con me, vivremo insieme quest’esperienza missionaria che ci porterà in diverse regioni e diocesi italiane.

Prima di arrivare nella città di Teresa abbiamo fatto sosta a Torino, grazie alla disponibilità di un’amica, grande innamorata della piccola Santa carmelitana. La sosta ci ha dato l’occasione per pregare nei luoghi santi di quella che fu la capitale del regno sabaudo e che ancora oggi porta i segni di una storia gloriosa. Al Santuario della Consolata, cuore mariano della città, abbiamo affidato la Peregrinatio e tutte le persone che avremmo incontrato, nella Basilica dedicata a Maria Ausiliatrice, costruita da san Giovanni Bosco, centro spirituale di tutta l’opera salesiana, abbiamo pregato per i giovani e le vocazioni. Non potevamo non passare per il Duomo che custodisce la Sacra Sindone, icona eloquente di Colui che Paolo VI chiamava “l’uomo dei dolori” e memoria di quella croce che salva il mondo. Nella cattedrale abbiamo anche pregato dinanzi alla tomba del beato Pier Giorgio Frassati, testimone esemplare di una giovinezza piena di sogni ma anche e soprattutto abitata dallo Spirito. Se avessimo avuto tempo, avremmo potuto recarci anche nei luoghi dove san Giuseppe Cottolengo ha iniziato la sua straordinaria opera di accoglienza dei più derelitti o dove riposa il beato Giuseppe Allamano, fondatore di una comunità missionaria che porta il Vangelo nei luoghi più lontani o pregare sulla tomba di san Giuseppe Cafasso, uno dei tanti e grandi santi sociali dell’Ottocento. Non c’era tempo neppure per fare una vista all’Arsenale della Pace, fondata negli anni Ottanta da Ernesto Olivero. La lista è lunga e incompleta. In ogni angolo del nostro Paese troviamo segni di quella santità che ha radicato il Vangelo nel tessuto sociale della nostra terra.

La prima tappa della Peregrinatio si è svolta in terra francese. Abbiamo fatto sosta a Venasque per incontrare la comunità Notre Dame de Vie, che proprio in questo piccolo Comune della Provenza ha iniziato il suo cammino ecclesiale negli anni trenta del Novecento. È stata fondata da un carmelitano Padre Marie-Eugène de l’EnfantJésus (1894-1967), recentemente beatificato, che ha saputo sapientemente intrecciare la spiritualità di Teresa d’Avila e quella di Teresa di Gesù Bambino. Quando abbiamo comunicato la data non potevamo sapere che quel giorno ha un valore speciale per la comunità che celebra con solennità la memoria di santa Emerenziana, martire del quarto secolo. Sono i piccoli regali che santa Teresa non manca di fare ai suoi amici. La comunità ha vegliato tutta la notte per consegnare ai Santi genitori le intenzioni del cuore e per chiedere la grazia di scrivere ancora tante pagine di carità. Siamo rimasti poco, troppo poco, ma abbastanza per sentire il profumo di un’esperienza di fede ben radicata nella preghiera e perciò capace di diventare lievito di speranza nella Chiesa e nel mondo.

Ed eccoci in Italia. La prima sosta a Moncalieri, alle porte di Torino, ospiti del Monastero san Giuseppe delle Monache Carmelitane Scalze. Grazie alla sorprendente dinamicità della comunità religiosa, che ha dato ampia diffusione alla presenza dell’urna dei santi, la piccola chiesa è diventata per due giorni un luogo di costante pellegrinaggio, persone della cittadina ma anche provenienti da Torino o da altri centri del Piemonte. Ho visto anche fidanzati e sposi che restavano a lungo in chiesa, evidentemente avevano parecchie cose da dire e da ricevere… Sono certo che nessuno se n’è andato a mani vuote.

Da Moncalieri a Pavia, da dove vi scrivo. Partiremo a breve, dopo due giorni vissuti in questa splendida e antica città che vanta una tradizione di fede più che secolare. L’urna dei santi è stata accolta nella splendida chiesa di Santa Maria del Carmine, situata nel centro storico della città, uno dei luoghi di culto più frequentati. D’intesa con il parroco, don Daniele Baldi, abbiamo scelto di incontrare i Santi attraverso le numerose celebrazioni eucaristiche che hanno accompagnato il week end. La Messa ci conduce all’essenziale e ricorda che tutto inizia dall’incontro con il Risorto. Non era questa la fede che ogni giorno portava Luigi e Zelia a uscire di buon mattino per partecipare al Santo Sacrificio? La Messa fa risuonare quella Parola che zittisce le nostre parole e c’immerge nel Mistero di quel Dio che veste la nostra fragile umanità con l’abito della grazia. Non è questo il cuore di quella santità che Luigi e Zelia hanno vissuto e testimoniato? Non sono eroi che hanno compiuto opere straordinarie ma umili discepoli che, nelle diverse e spesso dolorose circostanze della vita, non hanno mai smarrito la fiducia in Dio. Non posso dire quanta gente è venuta in chiesa ma posso attestare che l’urna dei santi era costantemente illuminata da decine e decine di ceri, ciascuno di loro portava un’intenzione, un’inquietudine o un dolore. Le reliquie ricordano che la via tra Cielo e terra è costellata di ponti. La fede dona occhi per riconoscerli…

Prima di arrivare a Pavia abbiamo fatto una breve sosta a Belgioioso, un piccolo comune della zona, dove quarant’anni fa don Leo Cerabolini ha inaugurato la prima casa di accoglienza per gestanti. Un segno concreto di quell’amore per la vita nascente che la Chiesa si appresta a celebrare nella prossima Giornata per la Vita. Un amore che non resta solo un’astratta proclamazione di principio ma si fa accoglienza concreta di chi si trova in difficoltà. Un segno di quella fede laboriosa che da secoli caratterizza il cristianesimo lombardo. Un ulteriore invito a intrecciare preghiera e carità, proprio come hanno fatto Luigi e Zelia.

Cari amici, è ora di rimetterci in cammino. Il viaggio continua. Oggi faremo sosta a Villanova di Guidonia (Roma). Se volete, domani possiamo sentirci sulle frequenze di Radio Maria (ore 12,30). Porto nella preghiera le intenzioni di tutti. Vi saluto con affetto.

don Silvio




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4 risposte su “Diario di un viaggio speciale in compagnia dei santi Luigi e Zelia Martin”

Buongiorno,
siamo venuti a sapere soltanto oggi del passaggio delle reliquie dal Piemonte…
Non è che al ritorno in Francia possiate passare da Casale Monferrato (qualche anno fa era passata Santa Teresina)…ne avrebbero proprio bisogno i nostri giovani e le famiglie di fermarsi a pregare su genitori santi.

O se avete un programma x vedere se passate qui vicino.

Grazie
Pace
Gianni

Salve,,,mi piacerebbe che le reliquie di Questa meravigliosa coppia di Santi venissero in Sardegna…

Bernardetta Abis

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