3 febbraio 2018

3 Febbraio 2018

Accoglie tutti

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 6,30-34)
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

Il commento

Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto” (6,31). È una pagina emblematica perché offre una suggestiva immagine della Chiesa. Dopo le fatiche della missione (6, 7-13), Gesù vuole offrire ai Dodici una sosta, non solo per il pur legittimo riposo fisico ma anche per dare spazio a quel dialogo confidenziale tra Gesù e i discepoli che rappresenta la condizione stessa della sequela e dell’esperienza di fede. Nelle parole di Gesù pare di risentire quelle che Dio rivolge al suo popolo per mezzo del profeta Osea: “Ti condurrò nel deserto, parlerò al tuo cuore” (Os 2,16). Una Chiesa ha bisogno di andare ma anche – e forse più ancora – di sostare. Una Chiesa che non cerca l’intimità con il Signore non potrà neppure andare nel Suo nome. Nel racconto evangelico l’urgenza missionaria e l’intimità sono intrecciate in un modo inestricabile: Gesù si allontana con i discepoli per stare in disparte ma… “molti li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero” (6,33). La legittima e doverosa ricerca della solitudine, sulla terra, non si può realizzare pienamente: la folla s’intrufola con un’invadenza che appare fin troppo eccessiva, fino al punto da togliere la libertà di respirare. Gesù avrebbe tanti buoni motivi per ribellarsi a questo assedio e rimandare la folla. E invece… contro ogni logica, non si sottrae all’abbraccio della gente, non la allontana con fastidio. Anzi, accoglie tutti con amore. Il Vangelo si limita a dire che “ebbe compassione di loro” (6,34). Questo sguardo, carico di infinita tenerezza, svela il cuore di Dio e annuncia la missione che la Chiesa è chiamata a esercitare lungo i secoli: aprire la porta della carità per dare a tutti la possibilità di bussare in ogni momento e ricevere un tozzo di pane e un sorso d’acqua. Ci sono situazioni in cui non abbiamo nemmeno quello e possiamo solo dare una parola o un sorriso. Che nessuno torni a mani vuote. “Grazie, sorella, disse una volta un povero ad una suora che non aveva niente da dargli, il pane si consuma, un sorriso dura per sempre”. Oggi chiediamo la grazia di custodire un cuore compassionevole.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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