4 febbraio 2018

4 Febbraio 2018

Ha fretta di entrare

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1,29-39)
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

Il commento

Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone” (1,29). La missione di Gesù non si compie solo attraverso la predicazione e i miracoli ma passa anche per i gesti più semplici della quotidianità. Il Vangelo oggi ci porta in una casa. L’avverbio subito imprime al racconto un significativo dinamismo, ci sembra di vedere il Rabbì di Nazaret che con rapidi passi si reca verso la casa del discepolo. Icona di un Dio che ha fretta di entrare nella nostra vita. Il Figlio di Dio entra nella casa di Simone non solo per gustare la gioia dell’amicizia ma anche per comunicare l’amore che guarisce le ferite e/o lenisce la sofferenza. È bello pensare che Dio si è fatto uomo per condividere la nostra fatica e accompagnare i nostri passi. “Lo Sposo è con voi”, diceva Giovanni Paolo II agli sposi, invitandoli a fidarsi di Gesù (Gratissimam sane, 18). Anche quando presenta ideali faticosi, la sua Parola indica la strada della gioia. Quella vera.

La presenza di Gesù mette in movimento anche i discepoli: “Entrati nella casa, subito subito gli parlarono di lei” (1,30). L’avverbio fa pensare alla premura ma sottolinea anche l’urgenza e la fiducia che essi ripongono nel Maestro. La donna ammalata fa pensare all’umanità che non ha la forza di rialzarsi. Non possiamo più attendere, abbiamo il dovere di donare a tutti la possibilità di incontrare il Dio che dona la vita. “Gli parlarono di lei”: non c’è bisogno di pregarlo con insistenza, è sufficiente segnalare una situazione di sofferenza. Il verbo parlare fa pensare ad un colloquio confidenziale. In fondo, pregare significa entrare e sempre più approfondire l’amicizia con Dio. Nel colloquio orante raccontiamo al Signore la nostra vita e le vicende che ci fanno soffrire, gli parliamo delle persone che ci stanno più a cuore e gli confidiamo ogni necessità. Il nostro Dio, scrive G. Benanos nel Diario di un curato di campagna, non è un Essere Supremo e… distante ma “un meraviglioso amico vivente, che soffre delle nostre pene, che si commuove delle nostre gioie, parteciperà alla nostra agonia, ci riceverà nelle sua braccia, nel suo cuore”.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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