6 febbraio 2018

6 Febbraio 2018

L’abito della severità

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 7,1-13)
In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti ,quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:
“Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».
E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: “Onora tuo padre e tua madre”, e: “Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte”. Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio”, non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».

Il commento

Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?” (7,5). La missione di Gesù si compie attraverso la forza della parola e delle guarigioni. Agli occhi della gente appare come un grande profeta che dona a tutti gocce di vita e di speranza. Tutto questo non dice niente agli scribi e ai farisei, venuti apposta da Gerusalemme per interrogarlo (7,1). Forse si tratta di una delegazione ufficiale inviata dalle autorità religiose. Sono gli interpreti ufficiali della dottrina ed hanno il compito di custodire la santità del popolo attraverso una rigorosa fedeltà a tutti precetti della Legge. La predicazione di Gesù non passa inosservata, suscita entusiasmo e inquietudine. La presenza degli scribi potrebbe essere letta come un segno di attenzione e come l’inizio di un dialogo. E invece essi si presentano con un’accusa che appare ridicola in relazione all’opera che Gesù compie. I farisei si limitano a notare che i discepoli non rispettano il precetto di lavarsi le mani prima dei pasti. La gente umile acclama Gesù come un profeta perché riconosce che le sue opere hanno il timbro di Dio. Gli scribi, invece, trascurando tutto questo, si soffermano su un dettaglio del tutto secondario.

Per questo la reazione di Gesù è forte e potrebbe anche apparire sproporzionata. Non solo non risponde alla domanda ma reagisce pesantemente accusandoli di ipocrisia. Non li chiama “ignoranti”, ipocriti (7,6), li accusa di nascondersi dietro una maschera. Una denuncia molto grave che potrebbe sorprendere chi pensa che Gesù debba vestire sempre l’abito dell’uomo pronto a dialogare con tutti, anche e soprattutto con gli avversari. In questa pagina, invece, Gesù appare come un Maestro che parla con estrema severità perché vuole scuotere l’albero fin dalle radici e costringere gli interlocutore a comprendere il loro errore. Quanto più grave è l’errore, tanto più severa è la denuncia. Gesù è il Maestro, noi restiamo discepoli. Oggi chiediamo la grazia di accogliere con umiltà la correzione che Dio ci dona attraverso i fratelli.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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