7 febbraio 2018

7 Febbraio 2018

È tempo di tornare a scuola

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 7,14-23)
In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro».
Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti.
E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».

Il commento

Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro..” (7, 14). Oggi meditiamo la stessa pagina evangelica di ieri ma cambia la scena: al posto degli scribi e dei farisei troviamo la folla. Non è la gente che chiede ulteriori chiarimenti, è Gesù che chiama e si preoccupa di spiegare una parola che appare radicalmente nuova rispetto alla tradizione giudaica. Il confronto con gli scribi poteva lasciare dubbi, forse Gesù legge sul volto di tanti, discepoli compresi, sorpresa e perplessità. Questo gesto, carico di paternità, offre l’immagine del buon pastore che si preoccupa di nutrire le pecorelle che gli sono state affidate. Il Figlio di Dio non parla come un maestro seduto in cattedra ma come un padre che invita i discepoli ad accostarsi: il verbo proskaléō sottolinea appunto la confidenza e l’intimità. Gesù appare giustamente preoccupato, la gente lo ascolta con fiducia e tuttavia egli sente il bisogno di introdurre la sua catechesi con queste parole che suonano come un ammonimento: “Ascoltatemi tutti e comprendete bene” (7,14). Chiede a tutti un surplus di attenzione, sa bene che su quelle parole si gioca una partita decisiva.

Soffermiamoci su queste parole, sempre attuali. Prima ancora di entrare nel contenuto, è quanto mai opportuno ricordare la necessità di dare al Signore il tempo di parlare al cuore per capire la straordinaria novità del Vangelo. Molti cristiani purtroppo non solo non ascoltano ma non comprendono neppure la necessità di ascoltare. Forse pensano di avere già tutto compreso e non si accorgono di riempire la vita di informazioni ma non sono in grado di leggere la realtà con gli occhi e il cuore di Dio. “I cattolici conoscono poco o niente del mistero cristiano. I più hanno del mistero cristiano una conoscenza superficiale, tradizionale, ininfluente”. Lo diceva anni fa don Oreste Benzi. Oggi chiediamo la grazia di metterci ogni giorno alla scuola di Gesù e di ascoltare con amore la parola che risuona attraverso la Chiesa. Quello che sappiamo è poca cosa, come un solo raggio rispetto alla luce piena che Dio vuole donare.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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