8 febbraio 2018

8 Febbraio 2018

Fiorisce il deserto

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 7,24-30)
In quel tempo, Gesù andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto.
Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia.
Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia».
Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.

Il commento

Partito di là, andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse” (7,24). Il Vangelo ci parla di due case. La prima è quella che accoglie Gesù e i suoi discepoli (7,24). È la casa dove il Maestro desidera ritrovarsi solo con i discepoli, uno spazio di intimità. Come non pensare alla chiesa, intesa come luogo in cui la comunità si raccoglie, come una casa in cui i credenti si ritrovano per condividere la preghiera e la vita, per sperimentare la gioia della fede e dell’amicizia. la chiesa intesa come casa della comunione. Anche la famiglia, se vuole ritrovare la gioia della comunione, deve passare per questa casa edificata da Dio. La Chiesa dona a tutti quella comunione che viene da Dio. Senza la Chiesa, la famiglia non può vivere la sua vocazione, non nella misura della pienezza. Non tutti passano per questa casa, non tutti hanno compreso che la Chiesa custodisce il mistero della vita e dell’amore. Oggi il Vangelo presenta una donna “di lingua greca e di origine siro-fenicia” (7,26). Lingua e appartenenza etnica fanno di questa donna un’icona di quell’umanità che non è stata ancora raggiunta dalla Parola, un’umanità apparentemente lontana. Ma è proprio questa umanità che si avvicina, anzi in qualche modo forza l’ingresso, anticipa i tempi della salvezza. Nessuno aveva osato entrare nella casa dove Gesù risiede, la donna non si preoccupa di rompere convenzioni sociali e religiose, il dolore che porta nel cuore le dona il coraggio di vincere di intrufolarsi per rubare qualcosa di cui in fondo ha diritto. Il racconto evangelico inizia nella casa della fede e si conclude nella casa degli affetti: “Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato” (7,30). Era la casa del dolore, la casa dove il male aveva preso dimora. Ora è ridiventata la casa della vita e della gioia. Gesù è entrato in quella casa grazie alla fede di quella donna. Varcando la soglia della chiesa, quella mamma ha permesso a Gesù di varcare la soglia della sua casa. Non vi è entrato fisicamente ma attraverso l’umile fede di quella donna coraggiosa. E dove arriva Gesù, fiorisce il deserto.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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