14 febbraio 2018

14 Febbraio 2018

Sul serio

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 6,1-6.16-18)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».

Il commento

Quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto” (6,17). Il Vangelo inizia ricordando l’elemosina e termina invitando al digiuno. In mezzo c’è la preghiera: “quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo” (6,6). È proprio questo il punto di partenza. La quaresima chiede spazi di silenzio nei quali possa risuonare l’eterna Parola, invita ad una più attiva e consapevole partecipazione alla vita sacramentale per ricevere la grazia che irriga i terreni aridi della nostra vita. Il sacramento della riconciliazione deve dare una particolare impronta all’esperienza quaresimale: è qui che attingiamo il perdono che ci genera come nuove creature. Strade antiche che tanti altri hanno percorso prima di noi. Ma non c’è altra via se davvero vogliamo realizzare quel “completo rinnovamento dello spirito” (S. Leone Magno) che il Signore attende, forse da troppi anni. La quaresima ci pone anche dinanzi al prossimo, il tu nel quale si riflette l’immagine di Dio. La vera, unica, sfida rimane la carità. La liturgia delle ore ci invita a pregare così: “Donaci di esercitare la carità fraterna non solo nelle grandi occasioni ma soprattutto in quelle umili”. Le opere di solidarietà non solo ci fanno camminare più speditamente nelle vie di Dio ma danno anche agli altri la possibilità di risorgere e di mettersi di nuovo in cammino. La buona volontà non basta: se non è il Signore a sostenere, veniamo meno alle prime difficoltà. E se non viene da Lui la grazia, la carità si riduce a una solidarietà che non è capace di dare un senso nuovo alla vita. In questo giorno siamo chiamati a digiunare: è il segno che non siamo attaccati a niente, nemmeno alle cose che sono necessarie, come il cibo che nutre il corpo. Impariamo così a liberarci dalla tirannia delle cose per affermare che Dio solo è necessario.

Prendiamo sul serio la quaresima. Il tempo stringe. Non sappiamo quanto dura la nostra vita. Meglio vivere ogni anno con la coscienza che può essere l’ultimo. Se invece il buon Dio ci concede una vita lunga è bello vivere ogni anno e ogni giorno con la gioia di chi ha già scoperto il tesoro che impreziosisce l’umana esistenza.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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