22 marzo 2018

22 Marzo 2018

Non moriremo più

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 8,51-59)
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «In verità, in verità io vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno». Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?». Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: ”È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia». Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono». Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.

Il commento

Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? (Gv 8,53). Anche gli uomini più grandi devono arrendersi alla morte. È una legge evidente. Eppure Gesù sfida l’evidenza e annuncia che la sua Parola – la parola di un uomo che appariva come un povero e illuso rabbì – ha la potenza di vincere la morte: “se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno” (8,51). Sfida la ragione e la comprovata esperienza. “Chi credi di essere?” (8,53): è una obiezione legittima. Ma il Mistero sfida sempre la ragione. La fede vince la paura dell’ignoto e ci fa camminare in quei sentieri che la ragione non conosce. Dio è capace di dare pienezza di vita, è capace di riempire di vita i nostri giorni e di condurci alla gioia senza fine. “Siamo nati e non moriremo più”, diceva Chiara Corbella, una giovane sposa e mamma morta quando la vita ancora sorride. Questa verità, che fin dall’inizio Dio ha scritto nel cuore dell’uomo, emerge chiaramente nei desideri infiniti che l’uomo coltiva nonostante l’esperienza della fragilità. Perché non ci arrendiamo all’evidenza? Perché la morte appare sempre come un’oscura nemica che viene a rubare la vita? Il desiderio di vivere è così grande da non poter essere appagato dai giorni terreni, anche se fossero rivestiti di luce e di gioia. In ogni uomo c’è il desiderio di lasciare una traccia capace di resistere all’usura del tempo. Nella maggior parte dei casi è un tentativo ingenuo perché tutte le opere sono inghiottite dal tempo. E tuttavia rimane un tentativo degno dell’uomo in quanto esprime l’insopprimibile desiderio di trascendenza. Chi ha fede sa che nulla di questa storia fragile si perde, tutto verrà trasfigurato e purificato dall’amore di Dio. Dal momento che Dio stesso è entrato nella storia, facendosi uomo, possiamo annunciare a tutti che questo nostro tempo è già rivestito di eternità. E noi siamo fin d’ora cittadini del Cielo.

Alla vigilia della Settimana Santa, chiediamo la grazia di immergerci più profondamente nel Mistero e di far risplendere quella pienezza di vita che abbiamo già ricevuto mediante il Battesimo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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