28 marzo 2018

28 Marzo 2018

Esame di coscienza

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 26,14-25)
In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù. Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate tin città, da un tale, e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».

Il commento

Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici” (26,20). Fino a quel momento Gesù ha conservato per sé le inquietudini ma quando si trova a tavola – e proprio nel contesto di quella cena che segna il passaggio dall’antica alla nuova alleanza – sente il bisogno di aprire gli occhi dei discepoli. Le sue parole non nascono solo dalla necessità di rivelare qualcosa ma dal desiderio di condividere la tristezza che porta nel cuore: “In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà” (26,21). Gli evangelisti riportano tutti questo annuncio con le stesse parole, solo Luca si discosta un poco: “la mano di chi mi tradisce è con me, sulla tavola” (Lc 2,21). “Uno di voi”: Gesù non può dire queste parole senza un profondo coinvolgimento emotivo, senza percepire quell’umanissimo dolore che nasce dal tradimento. Mentre le pronuncia si sente avvolto da una sofferenza che nessuno può misurare. Non c’è rabbia sul suo volto e neppure la delusione. C’è solo tanta amarezza e tanta pena per quel discepolo che Lui aveva scelto come apostolo e che invece svende la sua dignità. Le parole di Gesù sono un fulmine a ciel sereno, il contesto era minaccioso ma nessuno poteva immaginare un tale annuncio. I discepoli sono “profondamente rattristati” e ciascuno sente il bisogno di domandare al Maestro: “Sono forse io, Signore?” (26,22). Gesù ha parlato di qualcosa che deve ancora accadere. Ed essi hanno tanta fiducia in Lui da chiedergli: “Sono forse io?”. Come se non fossero padroni della propria libertà, come se qualcuno potesse usarli come fa il contadino con l’aratro. Nessuno rivendica con arroganza la sua innocenza, nessuno pensa di essere un cavaliere senza macchia, nessuno scarica sugli altri o guarda gli altri con occhi torvi. Le parole di Gesù fanno scattare un esame di coscienza: ciascuno guarda in se stesso e mette se stesso in discussione. Questa scena assai commovente è la limpida immagine della comunità ecclesiale. Oggi chiediamo la grazia di lasciarci continuamente interpellare dalla Parola e di fare anche di questa Pasqua un’occasione di autentico rinnovamento.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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2 risposte su “Esame di coscienza”

Nelle parole dei discepoli ci riconosciamo ognuno di noi. Nella ns ‘libertà’ non sappiamo riconoscere o percepire il grande amore di ns Signore che ha x noi. Noi siamo capaci solo di tradire quando ci capita l occasione. È l amore che conduce alla libertà non certo il peccato che conduce alla morte. Gesù ce l ha insegnato ma siamo duri di cervice. E ogni volta che tradiamo crocifiggiano. Ogni volta che ci disinteressiamo delle necessità del prossimo tradiamo l amore che il Signore ha x noi. In questo tempo di quaresima prossimo alla Pasqua è necessario fare un profondo esame di coscienza affinché la Pasqua sia la festa anche della ns resurrezione della vittoria dell’ amore sul peccato e la preghiera e la meditazione della Parola sia le nostre armi x difenderci dall’ assalto del nemico. Amen

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