Briciole di Vangelo - Tempo di Pasqua

2 aprile 2018

2 Aprile 2018

È finita la quiete

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 28,8-15)
In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi.

Il commento

Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli” (28,8). Nel racconto troviamo tutti verbi di movimento. Gli angeli dicono alle donne: “Andate a dire” (28,7), il Signore vi “precede in Galilea” (28,7). Lasciando il sepolcro le donne “corsero a portare l’annuncio” (28,8). Lungo la via incontrano Gesù che conferma il mandato missionario: “Andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea” (28,10). Le donne sono invitate non solo a correre ma anche a far correre gli apostoli. Questo ritmo concitato è accompagnato dall’avverbio “subito” che ritorna due volte (28,7.8). La Resurrezione immette nel cuore dell’uomo una nuova e straordinaria energia che vince tutte le paure, comunica una gioia che non può essere custodita e imbalsamata. L’annuncio della resurrezione si è impresso nel cuore e, pur essendo ancora incomprensibile, ha trovato un’immediata e piena corrispondenza. Come non pensare alla fretta che, dopo la rivelazione angelica, spinge Maria verso Ain Karen?

La Chiesa è come sospinta da un fremito missionario, dal desiderio di far giungere a tutti la bella notizia. È uno dei segni della Pasqua. Anzi, stando al Vangelo è proprio questo il primo dei segni. Non possiamo attardarci. Le donne pensavano di trovare Gesù nel sepolcro e scoprono che Lui si rivela in Galilea (28,10). La resurrezione mette in cammino. Se Gesù è risorto non possiamo rimanere quieti e quasi indifferenti. È tempo di metterci in cammino. L’umanità intera è chiamata a mettersi in cammino. Gesù ci “precede” (28,10): in Galilea, in Asia Minore, in Europa, nelle Americhe, in Africa e in Asia. Egli è sempre davanti a noi, prepara la strada e ci attende. Con Lui non possiamo mai stare tranquilli, c’è sempre qualche pecorella da cercare, qualche luogo in cui andare. La resurrezione non segna solo la sconfitta della morte, ma anche la fine della quiete. Oggi chiediamo la grazia di vincere la placida indifferenza e di buttarci nell’avventura della vita con tutta la passione di una fede ancora e sempre giovane.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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