Briciole di Vangelo - Tempo di Pasqua

4 aprile 2018

4 Aprile 2018

C’era una volta

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 24,13-35)
Ed ecco, in quello stesso giorno, [il primo della settimana,] due [dei discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

Il commento

Noi speravamo […] con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute” (24,21). La Pasqua non è una luce sfolgorante che abbaglia all’improvviso ma è una piccola luce che, poco alla volta, illumina l’oscurità della notte. È una parola che si fa strada tra le molteplici voci che risuonano in quei giorni. L’esperienza della Pasqua è sempre un intreccio di luci e di ombre. Il Vangelo di Emmaus presenta due discepoli stanchi e delusi che hanno preso la via del ritorno. Hanno perduto ogni speranza, pensano di avere sbagliato tutto. Hanno scommesso la loro vita sul Rabbì di Nazaret, profondamente convinti che potesse portare a compimento le parole dei profeti. Ma la storia è andata diversamente e sono costretti a riconoscere di aver perduto la partita. Se ne tornano tristi e amareggiati: non solo hanno perduto la scommessa ma l’orizzonte appare del tutto oscuro. “Noi speravamo” (24, 21), dicono all’interlocutore sconosciuto. Questo verbo al passato descrive assai bene la loro condizione interiore, li presenta come prigionieri di una speranza che ormai non ha più ragion d’essere e quindi si sentono avvolti da una delusione che attanaglia il cuore e toglie ogni respiro. Su quella via incontriamo anche il Maestro. Anzi è Lui che si fa incontro, si pone sulla strada, si fa trovare anche da chi non lo cerca. Lui non ha perduto fiducia nei discepoli. Anzi, appare decisamente pronto a ricominciare. Il Risorto è un’icona della tenerezza di un Dio che non si arrende. Oggi Emmaus è per noi la casa in cui Gesù si è svelato nello spezzare il pane ma per i discepoli era il luogo che segnava la fine di ogni speranza. Solo la misericordia di Dio poteva trasformare la casa della delusione in giardino di speranza. È Dio che cambia il corso della storia ed apre orizzonti inediti.

La delusione prende facilmente forma nella vita della Chiesa, vi sono quelli che dicono: “C’era una volta… quando la gente veniva in Chiesa, quando avevamo tante vocazioni…”. Non facciamo i lamentosi. Al bando ogni amarezza. La Chiesa ha qualcosa da dire e da dare. Abbiamo un futuro da costruire. È questa la fede che oggi chiediamo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO

ANNUNCIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.