Missionari

Predicare la buona novella anche a costo di dar fastidio al vicino di casa

Mark Anthony Ventura

di Michela Giordano

Nel nord delle Filippine, padre Mark Anthony Ventura è stato ucciso al termine della Messa: lottava con gli indigeni contro gli abusi delle multinazionali minerarie. Era un cosiddetto prete ambientalista, la sua presenza dava fastidio. Cosa dice a noi la sua vita?

Un blog è, per definizione Treccani, una “pagina internet personale, aperta ai commenti dei lettori”; parole, pensieri, emozioni riconducibili ad un che si racconta al mondo. Nel corso di tutti questi mesi di “condivisione”, tanto ho scritto, partendo dal mio “io”. Stavolta voglio provare a raccontare partendo da un pezzo di mondo, aprendo una porticina su una categoria di cronaca cui difficilmente si presta attenzione, gli “esteri”, e lo faccio perché la riflessione che mi ha sollecitata ha molto a che fare con i temi che mi sono riproposta di sottolineare in questa rubrica e mi permette di arrivare a discettare su fatti a noi geograficamente molto più vicini.

Un sacerdote di 37 anni, padre Mark Anthony Ventura, è stato ucciso al termine della celebrazione della Messa, nel nord delle Filippine. Un killer con il volto coperto da un casco lo ha avvicinato e gli ha sparato che era ancora rivestito dei paramenti e stava parlando con alcuni ragazzi del coro. Secondo gli investigatori, il delitto trova origine nell’impegno profuso dal religioso contro lo sfruttamento indiscriminato delle risorse minerarie. Don Ventura si batteva, in particolare, in favore dei diritti sulle terre da parte delle popolazioni indigene locali, in aree dal ricco sottosuolo che richiamano con drammatica chiarezza quel legame inscindibile tra il rispetto del creato e la giustizia nei confronti dei più deboli che papa Francesco indica nell’enciclica Laudato sii

Poche righe sui giornali, qualche richiamo nei tg nazionali, ma la gran parte degli organi di informazione alle prese con le consultazioni per la formazione del nuovo governo, ha sostanzialmente, ignorato la vicenda, che, invece, avrebbe meritato di diventare spunto di discussione, nelle case, a scuola, nelle parrocchie, perché riporta al centro il significato più profondo dell’essere “missionari”: non nel senso di partire verso terre lontane, ma in quello di avere il coraggio di predicare la buona novella, anche a costo di “dare fastidio” al vicino di casa.

Padre Ventura lo ha fatto nelle Filippine, ma non avrebbe avuto remore a comportarsi in egual maniera anche in Italia. Sono certa che avrebbe negato il perdono, in confessione, ad un mafioso mai pentito e che si sarebbe scagliato senza remore contro furbastri di qualunque genere, avvelenatori della società in cui viviamo. In questo senso, ciascuno di noi è missionario nella propria città, con la responsabilità di non poter sempre delegare agli altri. Impegno ovviamente esteso anche ai nostri sacerdoti. Chi, più di loro, conosce il lato oscuro delle comunità che accompagnano?

Ha fatto molto discutere, recentemente, il richiamo del vescovo della diocesi di Nocera–Sarno ad una maggiore attenzione al decoro delle città. Nel corso della processione della Madonna delle galline, che ogni anno porta a Pagani migliaia di persone, ha sottolineato l’orrore di cumuli di spazzatura disseminati ovunque. C’è chi si è stizzito. Ha fatto bene, invece, Monsignor Giudice, rilanciando il messaggio dell’enciclica Laudato sii: “Ogni cambiamento ha bisogno di motivazioni e di un cammino educativo”. Sono coinvolti tutti gli ambiti, in primis “la scuola, la famiglia, i mezzi di comunicazione, la catechesi”.

La partenza è “puntare su un altro stile di vita”, che apre anche la possibilità di “esercitare una sana pressione su coloro che detengono il potere politico, economico e sociale”. È ciò che accade quando le scelte dei consumatori riescono a “modificare il comportamento delle imprese, forzandole a considerare l’impatto ambientale e i modelli di produzione”. Non si può sottovalutare l’importanza di percorsi di educazione ambientale capaci di incidere su gesti e abitudini quotidiane, dalla riduzione del consumo di acqua, alla raccolta differenziata dei rifiuti fino a “spegnere le luci inutili”. Missionario in casa propria.

 




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