Briciole di Vangelo - Tempo di Pasqua

9 maggio 2018

9 Maggio 2018

Non siete capaci

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 16,12-15)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

Il commento

Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci [dýnasthe] di portarne il peso” (16,12). Il parlare è fatto per gli amici, dice il proverbio. Gesù non usa mezzo parole, non cerca di indorare la pillola, anzi dice ai discepoli che non hanno la forza per portare il peso della verità, per questo non può consegnare il messaggio nella sua interezza. Questo compito spetta allo Spirito (16,13). È vero, siamo radicalmente incapaci di giungere alla verità. Tutta la nostra ragione non basta. La verità è più grande delle nostre forze, i progetti di Dio sono sempre gravosi per le nostre spalle, per questo ci inquietano e ci mettono in crisi. Non è solo in questione l’intelligenza, non solo siamo incapaci di comprendere la verità ma anche – e più ancora – di dire e fare la verità, cioè di corrispondere alla vocazione che Dio ci affida. Insomma, siamo una frana. Eppure la coscienza della propria debolezza non ci rattrista, anzi diventa il punto di partenza di un vero cammino spirituale.

La Chiesa non fa parte della schiera dei potenti ma degli umili, come Maria si presenta nella sua oggettiva debolezza di creatura (Lc 1,48). Quelli che contano sulla propria forza saranno abbassati; e quelli che sono tanto poveri da trovare in Dio l’unica forza, saranno innalzati (Lc 1,52). La debolezza fa parte dello statuto ontologico della Chiesa ed è anche la condizione di ogni discepolo. Scrive Sant’Agostino: “Numerose e grandi sono le mie debolezze, sono numerose e grandi, ma più abbondante è il rimedio che tu doni” (Confessioni, 10,43). Chi riconosce la fragilità della carne non si chiude nella sterile rassegnazione ma invoca ed accoglie la grazia che viene dal Cielo. Lo Spirito Santo illumina la mente e fortifica il cuore, vince il male che si annida in noi, plasma la coscienza e consolida la volontà, dona la luce per capire e il coraggio di osare. Lo Spirito ricorda che siamo figli infinitamente amati (Rm 8,15). Radicati in questo amore, che ha la stessa forza di Dio, diveniamo capaci di vivere come nuove creature. È la grazia che oggi chiediamo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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