Briciole di Vangelo - Tempo di Pasqua

11 maggio 2018

11 Maggio 2018

Grembo di un mondo nuovo

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 16,20-23a)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia. La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla».

Il commento

Ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà” (16,22). Gesù dice ai discepoli che non è possibile evitare la croce. L’uomo “ha vita breve e piena d’inquietudine” (Gb 14,1). Una sentenza fin troppo amara, quella di Giobbe. Gesù non si ferma alla croce, utilizzando l’immagine universalmente nota del parto, annuncia che proprio attraverso il dolore nasce una vita nuova. la croce non appare come un macigno che impedisce il cammino ma come un passaggio che veste di fecondità la nostra vita. in questo Vangelo gioia e tristezza appaiono intrecciate come elementi complementari di una stessa esperienza. È interessante notare che gioia e sofferenza vengono compresi non in relazione alle emozioni sempre mutevoli ma alla presenza di Gesù. Il “non mi vedrete” annuncia il tempo della passione; il “mi vedrete” fa pensare alla resurrezione. La tristezza è legata all’assenza di Gesù, la gioia alla sua nuova venuta. Aveva ragione Paul Claudel: “Cristo non è venuto per spiegare la sofferenza, non è venuto per eliminarla, ma è venuto per riempirla con la sua presenza”. Bisogna però dire che gioia e sofferenza non sono poste sullo stesso piano. Non c’è paragone tra i due eventi. La passione è una prova passeggera, la resurrezione è l’esperienza permanente. La gioia non può abolire la tristezza perché siamo e restiamo partecipi di quel patire che accompagna i giorni dell’esistenza. Non può abolire la tristezza ma la contiene e la ingloba. La gioia della Pasqua è così grande da contenere ogni tristezza. La resurrezione di Gesù è l’unico baluardo capace di vincere la rassegnazione e la disperazione.

Tutto questo si compie in ogni Eucaristia. A volte ci capita di venire a Messa portando in noi tanta amarezza per gli eventi dolorosi che segnano la vita personale e sociale. Se celebriamo con fede, sperimentiamo che l’incontro con il Risorto mette nel cuore una gioia incontenibile. È qui che il mondo rinasce. L’altare è come il grembo del mondo nuovo e di un modo nuovo di vivere. Oggi chiediamo la grazia di imparare a intrecciare gioia e dolore.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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