Briciole di Vangelo - Tempo di Pasqua

12 maggio 2018

12 Maggio 2018

Abbiamo bisogno di Dio

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 16,23b-28)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre».

Il commento

Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena” (16,24). La Pasqua è la prima parola di un capitolo radicalmente nuovo nella storia dell’umanità, assolutamente inimmaginabile prima di Gesù; e tante volte ancora inesplorato per molti cristiani. Il Figlio di Dio apre “una via nuova e vivente” (Eb 10,20) che permette all’uomo di entrare nell’intimità di Dio. In Gesù Cristo Dio si è fatto vicino, più intimo a noi di noi stessi. Ora possiamo rivolgerci a Dio chiamandolo Padre (Rm 8,15) perché non siamo più servi ma amici. È questa la cornice in cui prende forma la preghiera. Pregare non consiste nel chiedere qualcosa come estranei che desiderano ottenere un favore ma presentarsi come figli che sono uniti al Figlio. Pregare nel nome di Gesù non significa utilizzare una formula particolare – una specie di password che dà accesso immediato alla banca di Dio – ma entrare in quell’amicizia così intima che ci permette di chiedere solo quello che Lui stesso chiede: “Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre” (Gv 14,16). Siamo poveri che hanno bisogno di tutto. Eppure Gesù ci insegna a non chiedere cose ma ad invocare lo Spirito. Abbiamo bisogno di Dio per non cedere al male che ci affascina, per affrontare la fatica dei giorni e riempire la vita di quella gioia che nessuno può togliere (16,23). Invocando lo Spirito, manifestiamo la coscienza di dipendere in tutto e per tutto da Dio. Ed è questa la preghiera più gradita.

Questa confidenza di figli la vediamo già realizzata in Maria di Nazaret. Nessuna creatura è stata così vicina al mistero, nessun’altra ha accolto Dio nella sua carne. E nessun’altra creatura, più di lei, può insegnarci a rivolgerci al Padre con quella fiducia che è propria dei bambini. Insieme a Maria, oggi chiediamo al Padre la grazia di accogliere lo Spirito per sperimentare quella pace del cuore che vince ogni paura.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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