Briciole di Vangelo - Tempo di Pasqua

16 maggio 2018

16 Maggio 2018

Ospedale da campo

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 17, 11b-19)
In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:] «Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità».

Il commento

Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo” (17,14). C’è poco da scherzare. Chi accoglie la parola di Gesù deve aspettarsi l’odio del mondo. Mettiamo al bando ogni ingenuo buonismo. Tra il mondo e i discepoli vi è un irriducibile contrasto che accompagna tutto il corso della storia umana. È inutile farsi illusioni: chi cerca a tutti i costi una tregua, anche se sospinto dalle migliori intenzioni, finisce per arrendersi e svendere il Vangelo al miglior offerente. Un pericolo sempre attuale. Non a caso l’apostolo Giovanni ammonisce la comunità con queste parole: “Non amate il mondo, né le cose del mondo!” (1Gv 2,15). La fede è sempre minacciata dalla debolezza dei discepoli, dalle seduzioni del male, dalle tribolazioni che la vita riserva. Insomma, siamo come barca in un mare sempre agitato. Gesù chiede ai discepoli di essere vigilanti ma non li invita a combattere con la spada in pugno né suggerisce di fuggire da questo mondo ostile. Al contrario: “Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno” (17,15). È bene precisare che Gesù non punta il dito contro gli uomini ma contro il maligno che semina odio e trova purtroppo sempre complicità e favoreggiamenti. I cristiani non hanno paura del mondo, anzi sanno di essere inviati nel mondo proprio per sanare quelle ferite che impediscono all’umanità di accogliere Dio.

“Io vedo la Chiesa come un ospedale da campo dopo una battaglia”, dice Papa Francesco. La fede ci preserva dal male ma non ci chiude in una cittadella fortificata. Anzi, ci invita a portare soccorso a quanti rischiano di perdersi. Tutto questo è possibile ad una condizione. Se davvero vogliamo servire l’umanità, che tante volte appare in ostaggio del male, dobbiamo custodire la coscienza che non siamo cittadini del mondo. Quanto più sappiamo di non appartenere a questo mondo, tanto più possiamo restare nel mondo in nome di quel Dio che ama tutti e vuole donare a tutti luce e vita.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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