Briciole di Vangelo - Tempo di Pasqua

18 maggio 2018

18 Maggio 2018

In prima fila

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 21, 15-19)
In quel tempo, [quando si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

Il commento

Pasci i miei agnelli” (21,15). Quel mattino, sulla riva del lago, c’era anche altri apostoli ma Gesù rivolge solo a Pietro questa parola. Proprio a quel discepolo che lo aveva rinnegato in pubblico e in modo plateale. È un gesto carico di fiducia, solo l’amore infinito di Dio poteva passare dalla più cocente delusione alla più sconfinata fiducia. L’amore vero non resta chiuso nel passato ma inventa strade sempre nuove. Gesù non solo rinnova l’alleanza ma consegna a Pietro un mandato che oggettivamente lo pone in prima fila nella comunità apostolica. Se il Risorto affida ad uno solo quel compito che riguarda tutti, vuol dire che la missione della Chiesa si deve realizzare a partire e nella cornice di una fondamentale unità. Ma vuol dire anche che l’unità si costruisce attorno a Pietro. Il contesto in cui avviene questo dialogo fa capire chiaramente che il primato di Pietro non è frutto di una sua conquista, non dipende cioè dalle sue capacità ma unicamente dalla grazia divina. Egli è il primo perché Dio lo ha scelto. La sua autorità viene da Dio e può essere esercitata fedelmente solo se egli la riceve ogni giorno dalle mani di Dio. Per questo il mandato è preceduto dal triplice invito: “Mi ami tu?”. Pietro risponde: “Signore, tu lo sai che ti amo” (21,15). Una risposta ripetuta tre volte, segno evidente che non basta dire il proprio eccomi all’inizio della grande avventura, occorre rinnovarlo giorno per giorno e soprattutto in quei passaggi dolorosi in cui tutto si oscura.

Siamo soliti dire che questa pagina evangelica annuncia il primato di Pietro. È vero ma … è doveroso ricordare che Gesù non chiede a Pietro di guidare ma di pascere, cioè di nutrire e prendersi cura dei fratelli che Dio gli affida. Esercitare l’autorità significa mettersi a servizio degli altri, essere il primo nel servire. “Il Signore ci conceda un amore così forte da morire per voi o di fatto o con il cuore”, dice Sant’Agostino (Discorsi, 296,5). Invocando lo Spirito, oggi preghiamo in modo tutto speciale per il Santo Padre.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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