31 maggio 2018

31 Maggio 2018

Piena di fede

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,39-56)
In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

Il commento

Beata colei che ha creduto” (1,45). La prima beatitudine di Luca è rivolta a Maria. “Piena di grazia”, l’ha chiamata l’angelo (1,28); “piena di fede”, proclama ora Elisabetta. Il Cielo e la terra s’intrecciano per lodare la giovane fanciulla di Nazaret. Sono due aspetti complementari: Dio la colma di grazia e riversa in lei la pienezza di vita. Maria accoglie la Parola e risponde con la più totale disponibilità. La grazia rimane inefficace se non trova corrispondenza (1Cor 15,10). Secondo Giovanni Paolo II l’espressione di Elisabetta rappresenta “una chiave che ci schiude l’intima realtà di Maria […]Se come piena di grazia ella è stata eternamente presente nel mistero di Cristo, mediante la fede ne divenne partecipe in tutta l’estensione del suo itinerario terreno” (Redemptoris Mater, 19). Senza questa perfetta disponibilità, Dio non avrebbe potuto compiere l’opera di salvezza. Le parole di Elisabetta sono rivolte a Maria ma uno studioso fa notare che l’evangelista usa la terza persona: “colei che ha creduto”. In questo modo egli vuole dare a quell’espressione un valore che travalica l’esperienza senza dubbio singolare che vive la giovane. Maria diventa così un modello per tutti i discepoli, la sua vita insegna che l’obbedienza della fede è l’indispensabile premessa per fare alleanza con Dio e diventare suoi collaboratori per la redenzione del mondo.

La fede di Maria riscatta la disobbedienza di Eva, come sottolinea Sant’Ireneo (II secolo) che chiama Maria la “nuova Eva”. Credere per Maria significa fidarsi di Dio. Illuminata da questa certezza ella percorre tutta la sua esistenza, rimane aggrappata alla promessa anche quando la storia sembra camminare per altri sentieri. Nella sua vita non mancano i passaggi oscuri in cui la volontà di Dio appare meno luminosa o addirittura nascosta. Non ci sono angeli a indicare con chiarezza la strada da percorrere, c’è solo l’umile fede della creatura che non dubita e, nel tempo della prova, ripete a se stessa e agli altri: “noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi. Dio è amore” (1Gv 4,16). È questa la fede che oggi chiediamo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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