1 giugno 2018

1 Giugno 2018

Troppo poco

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 11,11-25)
[Dopo essere stato acclamato dalla folla, Gesù] entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l’ora tarda, uscì con i Dodici verso Betània. La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame. Avendo visto da lontano un albero di fichi che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se per caso vi trovasse qualcosa ma, quando vi giunse vicino, non trovò altro che foglie. Non era infatti la stagione dei fichi. Rivolto all’albero, disse: «Nessuno mai più in eterno mangi i tuoi frutti!». E i suoi discepoli l’udirono. Giunsero a Gerusalemme. Entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e quelli che compravano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e non permetteva che si trasportassero cose attraverso il tempio. E insegnava loro dicendo: «Non sta forse scritto: “La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le nazioni”? Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». Lo udirono i capi dei sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutta la folla era stupita del suo insegnamento. Quando venne la sera, uscirono fuori dalla città. La mattina seguente, passando, videro l’albero di fichi seccato fin dalle radici. Pietro si ricordò e gli disse: «Maestro, guarda: l’albero di fichi che hai maledetto è seccato». Rispose loro Gesù: «Abbiate fede in Dio! In verità io vi dico: se uno dicesse a questo monte: “Lèvati e gèttati nel mare”, senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò gli avverrà. Per questo vi dico: tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà. Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe».

Il commento

Avendo visto da lontano un albero di fichi che aveva delle foglie…” (11,13). Il Vangelo è ambientato negli ultimi giorni della vita terrena. Ogni giorno Gesù si reca nel Tempio ma a sera si allontana dalla Città Santa e riposa tra le mura amiche di Betania. In questo contesto Marco racconta un fatto apparentemente marginale che, alla luce della Pasqua, assume un valore profetico. Lungo la strada che porta a Gerusalemme Gesù si ferma dinanzi ad un albero di fichi nella speranza di gustare frutti. Non avendone trovati maledice l’albero con parole piuttosto dure (11,14) che ci sembrano non solo esagerate ma anche del tutto fuori luogo, non essendo la stagione del frutti, come annota l’evangelista (11,13). Si tratta evidentemente di un’azione simbolica. L’albero è icona del popolo Israele, le foglie fanno pensare alla religiosità che apparentemente resta fiorente ma è del tutto incapace di portare frutti di conversione. Le parole di Gesù suonano dunque come una dura condanna perché la storia di salvezza non manifesta e non comunica più quella grazia che rinnova il mondo. “Non era la stagione dei fichi”, scrive l’evangelista. È un’osservazione che sembra attenuare il giudizio severo e rimanda a quella stagione che Gesù sta per inaugurare mediante la sua Pasqua. Dobbiamo tenere insieme le due cose: da una parte la tristezza nel constatare che l’albero è privo di quei frutti che Dio desidera trovare; e dall’altra l’annuncio che Dio prepara una nuova stagione nella storia d’Israele che darà al mondo quei frutti di cui l’umanità ha assolutamente bisogno per vivere e sperare.

Signore Gesù, se tu esamini attentamente la mia vita non troverai molti frutti, non quelli che tu desideri. Quello che trovi è davvero troppo poco. Lo so. Ma tu abbi pietà di me e non abbandonare l’opera delle tue mani. Scuoti il mio torpore e donami la grazia di cambiare. Donami di essere ancora e sempre più radicato in Te per diventare un albero carico di buoni frutti e così saziare la fame di quanti cercano il pane che dà vita. Amen



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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