13 giugno 2018

13 Giugno 2018

Pienezza di vita

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,17-19)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».

Il commento

Non sono venuto ad abolire la Legge o i Profeti, ma a dare pieno compimento” (5, 17). Sono le parole che Matteo pone all’inizio della predicazione per sottolineare il rapporto vivo e fecondo tra la prima e la nuova alleanza. È importante soffermarsi sui verbi. Gesù non è venuto a sciogliere l’uomo dalla Legge antica, dalla Parola risuonata attraverso i Profeti. La Legge è il filo visibile che lega Cielo e terra. Abolire la Legge significa dare all’uomo il potere di decidere i precetti che governano la vita, personale e sociale. Custodire la Legge significa ricordare all’uomo che nella misura in cui riconosce Dio come suo Signore e aderisce ai suoi comandamenti, ha la certezza di ricevere pienezza di vita. Il legame con Dio è fondamentale. Dare “pieno compimento” [plēroō] significa che l’alleanza che Dio ha stabilito con Israele, in Gesù Cristo non solo viene rafforzata ma può essere manifestata in tutta la sua pienezza. Gesù apre un orizzonte radicalmente nuovo rispetto alla Legge antica ma in continuità con quello che Dio aveva già manifestato.

Dio costruisce gradualmente la storia di salvezza. La prima alleanza inizia con Abramo, passa attraverso Mosè, viene costantemente ricordata dai profeti e trova il suo compimento in Gesù, il Figlio Unigenito. La salvezza è una parola che corre lungo i secoli. È commovente constatare quante volte, nonostante il rifiuto dell’uomo e le infedeltà del suo popolo, Dio ha ripreso a tessere la storia di amore. Questa vicenda è ben descritta nella quarta preghiera eucaristica: “E quando, per la sua disobbedienza, l’uomo perse la tua amicizia, tu non l’hai abbandonato in potere della morte, ma nella tua misericordia a tutti sei venuto incontro, perché coloro che ti cercano ti possano trovare. Molte volte hai offerto agli uomini la tua alleanza, e per mezzo dei profeti hai insegnato a sperare nella salvezza”. La misericordia del Padre è una luce che pervade la storia e dona la certezza di non poterci smarrire, malgrado tutti gli errori. E di poter sempre ricominciare. È la grazia che oggi chiediamo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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