I giovani e Maria

“Prof è proprio vero: senza la Madonna siamo orfani”

Benozzo Gozzoli, Madonna della Cintola, Pinacoteca vaticana

di Elisabetta Cafaro

Portare la Vergine Maria tra i banchi di scuola è una cosa fattibile oggi? Una gita fuori porta ha fatto emergere il desiderio dei giovani di avvicinarsi alla Madonna come ad una madre.

La figura bellissima e misteriosa della Vergine Maria, contrariamente a quanto si crede, affascina ed entusiasma le giovani generazioni. La Madonna è molto amata dai ragazzi, essi desiderano tanto avvicinarsi a lei come ad una mamma.

Quante pagine le sono state dedicate dai poeti, dai teologi, dai Padri della Chiesa. I pittori hanno provato a ritrarla in tutti i modi possibili per tracciare un’immagine che possa presentarla in maniera degna del nome che porta. Per San Giovanni Bosco è quasi impossibile andare a Gesù se non per mezzo di lei. Sant’ Agostino la pone come la mistica scala per la quale è disceso il Figlio di Dio sulla terra e per cui salgono gli uomini al cielo. Santa Teresa di Lisieux ci parla del suo sorriso stupendo che penetra l’anima.

Parlare della Madonna non è un argomento semplice da affrontare in classe. I giovani (ma forse non solo i giovani) sono portati a slegare il concepimento verginale di Gesù dal contesto della fede, così avviene anche per il dogma dell’Assunzione. Queste tematiche di alta teologia suscitano accese polemiche, discussioni. Eppure da quello che i ragazzi mi hanno scritto, con grande sorpresa, ho avuto modo di sperimentare che le visite in alcuni luoghi mariani effettuate nel mese di maggio, hanno destato in loro un profondo interesse.

Per esempio Chiara, 14 anni, scrive: “A mio parere quest’anno è stato molto istruttivo dal punto di vista religioso e secondo me il programma che abbiamo seguito è stato più che sufficiente. L’uscita fatta per andare alla Chiesa della Madonna dell’Umiltà mi ha colpito molto. Non mi era mai capitato di osservare Maria e sentirmi così vicina a lei. Spero di poterci tornare quanto prima”.

E poi c’è Paolo, 15 anni, che dice: “Lo scrivo e non ci credo neanche io ma la cosa che più mi è piaciuta di questo corso di religione è stata la visita alla Cattedrale della Madonna a Pistoia, nonché la storia della Sacra Cintola a Prato, che mi ha fatto molto riflettere”.

Da queste lettere è nato il desiderio di raccontare la bella esperienza vissuta con una mia classe, la visita a Prato in Toscana, dove tra le tante attrattive storico-artistiche di grande rilievo, presso il Duomo di Santo Stefano abbiamo conosciuto la storia della Sacra Cintola. Una storia che ha appassionato tutti noi, che ci ha fatto comprendere come la Mamma Celeste attraverso segni e simboli ci riempie di grazie.

La Sacra Cintola, chiamata anche Sacro Cingolo, è considerata la cintura della Madonna ed è la reliquia più preziosa di Prato, fulcro della religiosità cittadina. È custodita nell’omonima cappella del Duomo.

È una sottile striscia di lana finissima, lunga 87 centimetri. Secondo la tradizione, San Tommaso, incredulo dell’assunzione in cielo della Madonna, volle aprirne il sepolcro ma vi trovò solo la cintura del suo abito. Prima di partire per le Indie, Tommaso affidò la reliquia ad un sacerdote di rito orientale, e da qui iniziò la trafila dei vari passaggi di mano, fino a quando non giunse in possesso di Michele Dagomari da Prato, mercante in soggiorno a Gerusalemme nel 1141.

Michele nello stesso anno tornò in patria portando con sé la reliquia e la ripose in una cassapanca. Per custodirla meglio, decise di dormirci sopra ogni notte con grande sdegno dei religiosi quando vennero a saperlo. Nel 1173, in punto di morte, Michele rivelò l’importanza del suo tesoro e lasciò la reliquia nelle mani del magistrato civile e del preposto. L’anno dopo venne portata in Duomo con una solenne processione e riposta all’interno dell’altare maggiore. In seguito a tale evento si avviarono una serie di trasformazioni e ampliamenti della chiesa fino a raggiungere l’aspetto odierno.

La reliquia è ancora oggi conservata in una piccola cappella del Duomo, affrescata interamente da Agnolo Gaddi con le Storia di Maria Vergine e della Cintola stessa. Sopra l’altare settecentesco dove viene conservata la reliquia è collocata la piccola ed elegante statua della Madonna col Bambino, opera di Giovanni Pisano (1301).

La Cintola, viene mostrata pubblicamente (Ostensione) cinque volte all’anno, a Pasqua e a Natale, nel mese di maggio, nel giorno dell’Assunzione di Maria il 15 agosto e, con particolare solennità, nel giorno della Natività di Maria l’8 settembre.

È proprio vero che le cose più belle del mondo non possono essere viste e nemmeno toccate. Bisogna sentirle con il cuore. Dopo questa bella esperienza leggo felice sul mio pc il messaggio di Camilla, una mia alunna: “Cara prof, penso sia proprio vero che di Maria non si dirà mai abbastanza. Senza la Madonna siamo orfani. Grazie, per questa bella esperienza a Prato. Siamo ritornati a casa tutti più felici, nutriti nel cuore di un amore festoso, perché abbiamo compreso che Maria non è lontana da noi”.




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1 risposta su ““Prof è proprio vero: senza la Madonna siamo orfani””

Avere una guida nella nostra vita è qualcosa di essenziale, e se un simbolo può aiutarci ad avvicinarci ad essa non possiamo fare altro che vivere pienamente la gioia che questo contatto può darci. La figura della Madonna ha sempre ispirato e sostenuto i fedeli, aiutandoli nei momenti più bui della propria vita o dando energia a giovani menti in cerca di una vera e propria figura materna. Anche una semplice gita scolastica può ottenere questo effetto, dunque grazie a professori ed enti ecclesiastici!

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