
Ma io vi dico
di don Silvio Longobardi
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,20-26)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».
Il commento
“Avete inteso che fu detto agli antichi […] Ma io vi dico” (5, 21-22). Stando a Matteo sono le prime parole del primo dei grandi discorsi che strutturano questo Vangelo. E tuttavia, siamo sorpresi nel vedere che fin dall’inizio la Parola di Gesù risuona forte e chiara. Il buongiorno si vede dal mattino, dice un proverbio. Gesù mette subito sulla bilancia il peso della sua autorità ma sembra non pesare le parole che egli consegna, come se non sapesse quanto sono impegnative. Egli invece sa bene quello che dice e quello che fa, sa tutto. È giusto fare le cose con gradualità ma non dobbiamo fare della gradualità una scusa per non compiere i passi decisivi, che in genere sono quelli più faticosi. La pedagogia di Gesù è diversa dalla nostra: egli invita a prendere sul serio la vita, chiede di non esitare e di non dare eccessivo spazio a dubbi e perplessità. Chi vuole vivere la vita non deve aver paura di rischiare. “Ma io vi dico”: questa formula, che introduce ogni insegnamento, non ha solo un valore formale, non è solo una premessa, al contrario contiene una verità essenziale che viene prima e vale più dell’insegnamento: Gesù cita la Legge antica, cioè quella Parola che da secoli nutre la fede d’Israele, e annuncia che egli ha un’altra parola da dire, una parola che non si limita ad offrire una nuova interpretazione ma apre un orizzonte nuovo. Il suo insegnamento è realmente, radicalmente innovativo. Possiamo accoglierlo solo se riconosciamo che Lui parla con l’autorità di Dio. Vi invito a ripetere le parole di un canto molto conosciuto: “Tu sei la mia vita altro io non ho / tu sei la mia strada la mia verità / nella tua parola io camminerò / finche avrò respiro / fino a quando tu vorrai”.
Grazie, Signore Gesù, per questa Parola forte e luminosa, che traccia con chiarezza la strada da percorrere. Grazie per la fiducia che riponi in noi. Tu solo puoi realizzare il desiderio di felicità che portiamo nel cuore. Insegnaci ad accogliere con sincera disponibilità la Parola e fa’ che il nostro sì non resti nascosto sotto la sabbia delle buone intenzioni. Amen
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