
La rivoluzione
di don Silvio Longobardi
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,27-32)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:«Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna. Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio».
Il commento
“Chiunque guarda una donna per desiderarla [epithumēsai], ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore” (5,28). Il verbo epithyméō non indica un vago pensiero ma un desiderio ben radicato, non siamo dinanzi ad un’emozione repentina e superficiale ma d un atto della coscienza più intima che coinvolge la volontà e genera un’azione. Il verbo più adatto forse è bramare. In apparenza, Gesù non contesta la legislazione antica, in realtà la supera di slancio perché afferma che il solo desiderio è già una forma di adulterio. Secondo questo insegnamento non occorre arrivare al fatto compiuto, il desiderio stesso viene giudicato indecente, cioè non conforme alla dignità della persona. Questa parola era certamente sorprendente per i suoi ascoltatori: la legge mosaica puniva l’adulterio nel modo più severo possibile ma al tempo stesso permetteva il ripudio proprio per evitare l’adulterio. Il ripudio era una concessione all’umana debolezza e poteva apparire come una specie di onesta scappatoia, una sorta di condono. Qualificando il desiderio come adulterio, Gesù mette insieme due cose che per i giudei erano totalmente differenti, ai loro occhi egli faceva un salto illogico. Desiderare una donna era certamente considerato un peccato (Es 20,17) ma non poteva avere la stessa gravità dell’adulterio. I giudei non potevano comprendere la radicale novità portata da Gesù. Noi invece possiamo comprendere e possiamo leggere questa parola come un annuncio che apre un orizzonte nuovo. Nella Legge antica la condanna morale del desiderio nasceva dal considerare la donna come una proprietà del marito, per questo il comandamento biblico lega la casa e la donna. Gesù invece vede la donna come un soggetto che ha una sua dignità e non può mai essere oggetto di desiderio, neppure se a guardarla è il marito! La legge di Mosè tiene conto della durezza del cuore (Mt 19,8). Ma Gesù è venuto per dare un cuore nuovo e rendere l’uomo capace di vivere l’amore umano secondo quella verità che Dio ha scritto nel nostro DNA spirituale. È questa l’unica rivoluzione che cambia il volto della storia.
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