2 luglio 2018

2 Luglio 2018

La passione ingenua

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 8,18-22)
In quel tempo, vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva. Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti».

Il commento

Maestro, ti seguirò dovunque tu vada” (8,19). Non è Gesù a chiamare ma la sua predicazione affascina e suscita in desiderio di stare con Lui. l’evangelista precisa che si tratta di uno scriba, uno che ha studiato e conosce bene la Legge. Al tempo di Gesù erano diventati, insieme ai farisei, gli inflessibili custodi del giudaismo (Mt 23,2). Mi piace pensare che si tratta di una persona ancora piuttosto giovane perché il desiderio di seguire un rabbì che le autorità guardavano con diffidenza può nascere solo in quella stagione della vita in cui il calcolo non è ancora entrato a dettar legge. È lui che si avvicina e dichiara la sua totale disponibilità. Il verbo seguire [akolouthéō] vuol dire “fare la stessa strada”, “andare dietro”, esprime il desiderio di una condivisione non superficiale. Come l’orante biblico, anch’egli potrebbe dire: “A te si stringe l’anima mia” (Sal 63,9), Nelle sue parole s’intravede una sicurezza eccessiva che potrebbe sconfinare nell’orgogliosa certezza di avere tutte le carte in regola per vivere l’avventura. Ma c’è la passione ingenua dei neofiti che permette di vedere tutto possibile, anche quegli impegni che, ad un’analisi più rigorosa, appaiono oggettivamente difficili. In ogni caso, questa dichiarazione è come il grido della persona innamorata che si slancia senza calcolo. Sarebbe fin troppo facile dare spazio ad una valutazione positivo. E invece Gesù risponde con una freddezza che, almeno in prima battuta, ci sembra esagerata rispetto alla disponibilità manifestata dal giovane: “Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo” (8,20). A leggere bene, il Maestro non oppone un netto rifiuto ma, da buon educatore, gli ricorda che la sequela non è una tranquilla passeggiata. Al contrario, comporta esigenze che l’iniziale entusiasmo potrebbe non vedere o non valutare nella giusta considerazione. Gesù rivolge parole severe non tanto per scoraggiarlo quanto per mostrare la radicalità della scelta. Oggi chiediamo la grazia di accogliere le prove e le fatiche della fede come un dono e una conferma che stiamo camminando sulle orme di Gesù.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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