Tutti in vacanza

È tempo di vacanza ma attenzione: la buona educazione non va in ferie!

vacanze

di Michela Giordano

L’estate è arrivata, molti resteranno a casa, ma qualcuno andrà a godersi un meritato riposo. Mare o montagna poco importa, ciò che conta è insegnare il valore del rispetto altrui a partire dalle piccole cose.

Legalità, partiamo dal concetto-base: rispetto delle norme. Non solo quelle codificate dall’uomo nell’ambito di una cornice legislativo-istituzionale, ma anche quelle regole che consentono una civile e pacifica convivenza e che non troverai mai scritte in un tomo da biblioteca. In nessun tribunale ti processeranno per non aver salutato per strada il vicino di casa, né addebito alcuno potrà essere rivolto a chi, in autobus, non ceda il posto a sedere ad una donna incinta o ad un anziano. Eppure questo tipo di precetto riveste, nella buona organizzazione di una comunità di persone, peso pari a prescrizioni di natura diversa, del tipo “non rubare” o “non uccidere”.

Parto da questa considerazione per introdurre il discorso ferie. In tempi di crisi, sono un lusso, lo so. Conosco tanti che pagano a rate una settimane di mare coi propri figli e molti di più che restano chiusi in casa per impossibilità economica o per non potersi allontanare da familiari disabili cui prestare assistenza. Tuttavia, sgombrando il campo dall’ipocrisia, in tanti riescono a concedersi un po’ di relax. Mare o montagna, non importa. Chi guadagna onestamente non deve vergognarsene. A loro mi rivolgo, ai vacanzieri, anzi, ai genitori dei piccoli vacanzieri. Sappiate che l’estate non vi esautora dai vostri doveri di educatori. In estate i vostri figli non diventano, improvvisamente, responsabilità altrui e il fatto che abbiano pochi anni non li autorizza a trascorrere le giornate senza regola o limite. In spiaggia non si lancia sabbia su chi sta per i cavoli propri a leggere un libro; in piscina non si fanno i tuffi a bomba; a mare non si tirano sassi; i gelati si mangiano non si abbandonano dove capita lungo l’arenile, il quale, a sua volta, può essere trasformato in un campo da calcio esclusivamente dopo essersi accertati che il nostro colpo da campione non finisca sulla testa di un povero bagnante.

Ecco, provate a lamentarvi se vi travolge un super santos: improvvisamente si risveglierà dal suo torpore la madre del novello Maradona che vi aggredirà dicendo: “La spiaggia è di tutti, sei un’acida esaurita”. Non si tratta di essere insofferenti. È che le regole riguardano solo gli altri e solo ai grandi divieti si riferisce la responsabilità di cambiare il mondo. “Con tutto quello che accade nel mondo, i morti in guerra, le malattie, la povertà, pensi a mio figlio che ti rompe gli occhiali col pallone?”.

E va beh, se paragoniamo i nostri piccoli problemi quotidiani con le piaghe del mondo…vi piace vincere facile. Eppure l’educazione è la base. Voglio navigare controcorrente e puntare su di essa. Certo, la fame del mondo, la violenza, i soprusi sono orrori che abbrutiscono la nostra società. Ma vuoi mettere un buongiorno? Cedere, in autobus, il posto ad una donna incinta? Giocare a pallone, in spiaggia, senza rompere le scatole a nessuno? Cominciamo dal nostro piccolo giardino, prima di rivolgere lo sguardo a quello degli altri.




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