5 luglio 2018

5 Luglio 2018

La tenerezza di Dio

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9,1-8)
In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati». Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire: “Alzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Alzati – disse allora al paralitico -, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua. Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.

Il commento

 

Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati” (8,2). Queste parole svelano e comunicano efficacemente la misericordia del Padre. Gesù si rivolge al paralitico chiamandolo figlio, in greco téknon. Sarebbe stato meglio tradurre figliolo per restituire al vocabolo il valore confidenziale che appare nel testo originale. Gesù non si rivolge all’uomo come se fosse un estraneo né si limita a manifestare la sua capacità terapeutica. Lo chiama figlio per rivelare la tenerezza e la bontà di Dio Padre. E subito gli comunica il dono più importante, immensamente più importante della guarigione del corpo: “ti sono perdonati i peccati”. Il verbo è al passivo [aphíentai]. Non è Gesù che rimetti i peccati, egli è solo il Mediatore di una grazia che viene dall’Alto. Il verbo è al presente, segno che proprio in questo momento, cioè nel momento in cui quell’uomo sta dinanzi a Gesù, avviene il perdono. Gesù annuncia quella misericordia che d’ora in poi il Padre vuole riversare sull’intera umanità. Nella preghiera del Padre nostro Gesù ha insegnato a chiedere il perdono dei peccati (Mt 6,12), qui è lui stesso che comunica questo perdono nel nome del Padre. Non è stato l’uomo a chiederlo, è Gesù che offre il perdono di Dio. Un’offerta gratuita. A noi la responsabilità di accettare o meno questo dono che ci libera dal peccato, fonte di tutti i mali.

Gesù sa leggere negli occhi e nel cuore, egli perciò vede la loro fede (8,3), la fede del paralitico e di quelli che lo accompagnano. La fede è l’indispensabile premessa per ricevere i doni di Dio. per comunicare la potenza salvifica di Dio Gesù ha bisogno di vedere la nostra fede. Se dunque vogliamo vivere l’esperienza della misericordia, dobbiamo avere l’umiltà del paralitico che si lascia portare dagli amici. Oggi chiediamo la grazia di arrivare dinanzi al Signore senza pretese e senza difese, lasciamoci scrutare nell’intimo, permettiamo alla sua Parola di portare alla luce tutte le ombre, anche quelle piaghe che spesso restano nascoste. E riceveremo quella pace ci cui il cuore ha bisogno.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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