
Il Vangelo va oltre
di don Silvio Longobardi
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9,14-17)
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».
Il commento
“Non si versa vino nuovo in otri vecchi […] Ma si versa vino nuovo in otri nuovi” (9, 17). Il rapporto tra la prima e la nuova alleanza va considerato e declinato nella sua complessità, come testimonia questo insegnamento che i cristiani della prima ora hanno conservato con scrupolosa attenzione. L’immagine usata da Gesù è particolarmente efficace: il vino nuovo, cioè la Parola che egli annuncia, non può essere semplicisticamente versato negli otri vecchi, cioè nei canali tradizionali della religiosità giudaica. La nuova alleanza è ben radicata nella storia antica, possiamo anche dire che esplicita e porta a compimento quello che nelle pagine delle Scritture ebraiche è solo annunciato. Ma l’insegnamento del Vangelo contiene anche una tale carica di novità rispetto al passato da non poter essere considerato soltanto come un’appendice o un supplemento del giudaismo. Tra la prima e la nuova alleanza c’è una reale discontinuità. Mettere il vino nuovo negli otri vecchi significa perdere tutta la novità del Vangelo e tutta la bellezza della storia d’Israele. La nuova alleanza scaturisce dalla prima ma va oltre apre perché orizzonti radicalmente nuovi.
Questo tema non riguarda soltanto la storia del passato e quel faticoso discernimento che ha portato la Chiesa a declinare in termini di autonomia il suo rapporto con il giudaismo. È un tema sempre attuale perché è molto più facile ripetere il già fatto piuttosto che esplorare quei sentieri inediti che lo Spirito Santo non si stanca di inventare lungo i secoli. La storia della Chiesa è ricca di carismi che in ogni tempo hanno dato forza e vigore alla missione del popolo di Dio. La Chiesa non può mai vivere chiusa nel passato, per quanto glorioso, ma deve sempre aprirsi al futuro. Anche noi siamo figli di una storia ma, al tempo stesso, siamo anche chiamati a scrivere pagine nuove. La Chiesa ha dato un contributo decisivo bel cammino dell’umanità ed ha un ruolo per orientare i passi della storia. Per questo chiediamo la grazia di vivere con particolare responsabilità, facendo tutta la nostra parte.
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