8 luglio 2018

8 Luglio 2018

I muri dell’indifferenza

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 6,1-6)
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

Il commento

E si meravigliava della loro incredulità” (6,6). Il ritorno di Gesù a Nazaret assume un valore emblematico. Per comprendere meglio il racconto dobbiamo metterlo in relazione ai due miracoli che precedono (5, 21-43): la guarigione della donna affetta da emorragia e la resurrezione della figlia di Giàiro. In entrambi i casi Gesù incontra una fede autentica. Quando invece torna nella sua città, umanamente non attende di ricevere onori ma forse vorrebbe incontrare una folla di amici che lo accoglie con sincerità di cuore. E invece, si scontra con lo sguardo scettico dei concittadini. Molti vanno ad ascoltare la sua predica nella sinagoga ma lo ascoltano con diffidenza. Non possono negare che la sua parola è affascinante ma si domandano dove ha potuto attingere una tale sapienza, lui che è soltanto il figlio di un falegname. La domanda resta come sospesa nell’aria. Potrebbe essere una porta che si affaccia sul mistero e invece diventa un muro che impedisce di andare oltre.

È certamente un’esperienza molto triste per Gesù. Un fiasco imprevedibile. Il Rabbì conosce la sua gente e sapeva le difficoltà che avrebbe incontrato. Ma questo non gli impedisce di provare una cocente delusione, non tanto per il fatto di non aver trovato consenso ma perché quella diffidenza chiude le porte alla grazia. L’evangelista annota non senza amarezza: “non poteva compiere nessun prodigio” (6,5). Gesù vive nella sua carne quello che tutti i suoi discepoli, in un modo o nell’altro, dovranno sperimentare. Il Vangelo non ci illude, non dice che con la parola di Dio possiamo sconfiggere tutti i nemici dell’odio o della menzogna. Anzi ricorda che molto spesso non riusciremo ad abbattere i muri dell’indifferenza. Tante volte, nonostante l’impegno e la testimonianza, non saremo capaci di scalfire i pregiudizi. Torneremo a mani vuote. Lo sappiamo fin dall’inizio e dunque non ci scoraggiamo se incontriamo rifiuti e incomprensioni. Nelle mani di Dio anche gli ostacoli possono diventare un bene, un’occasione di purificazione. Ed è questa la grazia che oggi chiediamo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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