17 luglio 2018

17 Luglio 2018

Nel giorno del giudizio

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11,20-24)
In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidóne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidóne saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!. Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sodòma sarà trattata meno duramente di te!”».

Il commento

Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida” (11,21). La grande catechesi missionaria lascia il posto ad una serie di episodi in cui l’evangelista descrive l’accoglienza dubbiosa del Battista che chiede chiarimenti (11, 2-5) e l’amarezza di Gesù dinanzi ad una folla che non prende posizione (11, 16-19). Gesù invece non teme di dire quello che pensa. Come appare nel brano di oggi in cui l’evangelista raccoglie un duro j’accuse del Nazareno. Per quanto si voglia giudicare con il metro del buonismo, non mi sembra una mano tesa. Anzi. Va detto però che le parole di Gesù vanno lette come un annuncio di quel giudizio che solo alla fine sarà proclamato a piena voce: “nel giorno del giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi” (11,22). L’ammonimento vale sia per Corazin e Betsaida che per Cafarnao. Le parole di Gesù rimandano al tempo ultimo della storia. Qualcuno potrebbe pensare che c’è tempo… In realtà il riferimento a quel giudizio che, per sua natura, è insindacabile, invita a non perdere tempo. Meglio darsi da fare fin d’ora per evitare di dover riconoscere di non aver fatto abbastanza.

Cafarnao era una città posta sul lago, la più importante della zona, al punto da avere un distaccamento militare. Gesù abita a Cafarnao, l’ha scelta come città di adozione. La conosce bene. Per questo usa parole ancora più dure: “E tu Cafarnao, sarai innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!” (11,23). Di quella città oggi restano soltanto rovine. Fu distrutta da un terremoto e non è stata mai più ricostruita. Gli abitanti di Cafarnao pensavano di stare al sicuro. Gesù invece ricorda loro che l’unica salvezza è quella che viene da Dio e passa attraverso il Nazareno. L’insegnamento di oggi appare fin troppo severo per i nostri gusti ma è salutare. Abbiamo bisogno di sapere, senza giri di parole, che senza Cristo la vita dell’uomo perde valore. Prima o poi la casa costruita con i sogni crollerà miseramente. Oggi ci impegniamo a camminare più decisamente nella via della conversione.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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