Embrione – El Salvador Aborto, la scelta controcorrente di El Salvador Autore articolo Di Punto Famiglia Data dell'articolo 20 Luglio 2018 Nessun commento su Aborto, la scelta controcorrente di El Salvador di Gabriele Soliani Cos’è la fecondazione? L’attimo in cui appare l’essere umano che da quel momento si svilupperà senza soluzione di continuità fino all’ultimo stadio della sua esistenza. A partire da questa definizione lo Stato di El Salvador ha detto no all’aborto. Chi giustifica l’aborto volontario è ancora bloccato sulle posizioni di trent’anni fa. Dopo la definizione rozza e disumana dello zigote umano (lo stadio di poche cellule dopo il concepimento) come “grumo di cellule” e “grumo di sangue” che i radicali di Pannella e Emma Bonino, appoggiati da quasi tutta la sinistra di allora, usarono per convincere i cittadini, si è passati ad una definizione di “uomo” (cioè di persona) legata alle reazioni e funzioni dell’embrione. Il famoso genetista italiano professor Edoardo Boncinelli, scopritore di una famiglia di geni che regola lo sviluppo umano, sottolinea: “Possiamo dire che c’è l’uomo all’atto della fecondazione, alla fine della seconda settimana, alla prima reazione che l’embrione ha ad un disturbo esterno, al primo segnale elettroencefalografico, quando nasce, quando è in grado di ricordare. A noi la scelta”. (E. Boncinelli, in Newton, luglio 07). Invece non c’è nulla da “scegliere” perché tutto è già presente dalla fecondazione. Infatti se accettiamo il primo istante di vita umana come “inizio della vita umana” tutto scorre liscio nelle definizioni, nelle scelte da fare, nelle scelte da non fare e quelle da vietare. Se invece cominciamo a definire l’inizio della vita a seconda delle idee personali dell’uno o l’altro scienziato, delle sue credenze filosofiche e religiose, l’essere umano è ostaggio del più forte e di ragionamenti utilitaristici. Il piccolo Stato di El Salvador ha fatto una scelta controcorrente sull’aborto proprio a partire dalla definizione di “chi è” l’embrione umano, e ha detto “no all’aborto volontario”. Nonostante le pressione ideologiche del New York Times, CNN, BBC, Human Rights Watch ed Amnesty International, la soppressione di bambini non ancora nati tramite aborto continuerà a rimanere illegale in El Salvador. Leggi anche: https://www.puntofamiglia.net/puntofamiglia/2018/05/28/in-irlanda-abrogato-il-diritto-alla-vita-del-nascituro-paola-bonzi-laborto-e-un-problema-sociale-che-coinvolge-tutta-lumanita/ I coordinatori di Amnesty International hanno dichiarato furiosi che i “legislatori di El Salvador hanno le mani macchiate di sangue dopo aver rifiutato persino di discutere la proposta di depenalizzazione dell’aborto. La fallita opportunità di porre fine a questa ingiustizia è un duro colpo per i diritti umani in El Salvador”. Dunque chi si oppone all’aborto di Stato avrebbe le mani macchiate di sangue! Sulla testata giornalistica PanamaPost si legge che “sebbene la decisione sia stata presa a livello legislativo, decisive sono state le dimostrazioni di strada della società civile e la raccolta di decine di migliaia di firme in difesa della vita dei non nati”. La Costituzione e la legislazione civile di El Salvador proibiscono l’interruzione di gravidanza dal momento del concepimento, cioè sono coerenti con le evidenze dell’embriologia che riconoscono nella fecondazione il momento in cui appare l’essere umano, il quale da quel momento si svilupperà senza soluzione di continuità fino all’ultimo stadio della sua esistenza. La legge è fortemente difesa dalla principale associazione medica del Paese, che comprende 37 diverse organizzazioni mediche. “Mai un medico può uccidere per azione o omissione, – dichiara la legge – questo vale anche per l’aborto indotto, che è una grave violazione etica e deontologica. La biologia indica che la persona umana è l’oggetto del diritto assoluto alla vita dal suo concepimento”. Questa posizione etica e politica non contraddice la natura, fa arrabbiare gli abortisti… ma i bambini (con le loro madri) ringraziano. Leggi anche: https://www.puntofamiglia.net/puntofamiglia/2018/07/13/dallirlanda-al-piemonte-la-cultura-dellaborto-sembra-inarrestabile/ Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE ANNUNCIO ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: Antonia Mesina: vita e purezza custodite come tesori Recitare le lodi e leggere il vangelo in famiglia? Per noi, un appuntamento fisso! La libertà, tutta la libertà senza sentire ragioni. Abortisti e pro-life a confronto Aborto come diritto nella Costituzione dell’Unione Europea? Ecco tutte le contraddizioni Quando Gesù spiegava che la donna non è una “cosa” e la meta dei coniugi è il Paradiso Trasmettere la fede ai figli? 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