Embrione – El Salvador

Aborto, la scelta controcorrente di El Salvador

di Gabriele Soliani

Cos’è la fecondazione? L’attimo in cui appare l’essere umano che da quel momento si svilupperà senza soluzione di continuità fino all’ultimo stadio della sua esistenza. A partire da questa definizione lo Stato di El Salvador ha detto no all’aborto.

Chi giustifica l’aborto volontario è ancora bloccato sulle posizioni di trent’anni fa. Dopo la definizione rozza e disumana dello zigote umano (lo stadio di poche cellule dopo il concepimento) come “grumo di cellule” e “grumo di sangue” che i radicali di Pannella e Emma Bonino, appoggiati da quasi tutta la sinistra di allora, usarono per convincere i cittadini, si è passati ad una definizione di “uomo” (cioè di persona) legata alle reazioni e funzioni dell’embrione.

Il famoso genetista italiano professor Edoardo Boncinelli, scopritore di una famiglia di geni che regola lo sviluppo umano, sottolinea: “Possiamo dire che c’è l’uomo all’atto della fecondazione, alla fine della seconda settimana, alla prima reazione che l’embrione ha ad un disturbo esterno, al primo segnale elettroencefalografico, quando nasce, quando è in grado di ricordare. A noi la scelta”. (E. Boncinelli, in Newton, luglio 07). Invece non c’è nulla da “scegliere” perché tutto è già presente dalla fecondazione. Infatti se accettiamo il primo istante di vita umana come “inizio della vita umana” tutto scorre liscio nelle definizioni, nelle scelte da fare, nelle scelte da non fare e quelle da vietare. Se invece cominciamo a definire l’inizio della vita a seconda delle idee personali dell’uno o l’altro scienziato, delle sue credenze filosofiche e religiose, l’essere umano è ostaggio del più forte e di ragionamenti utilitaristici. Il piccolo Stato di El Salvador ha fatto una scelta controcorrente sull’aborto proprio a partire dalla definizione di “chi è” l’embrione umano, e ha detto “no all’aborto volontario”. Nonostante le pressione ideologiche del New York Times, CNN, BBC, Human Rights Watch ed Amnesty International, la soppressione di bambini non ancora nati tramite aborto continuerà a rimanere illegale in El Salvador.

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I coordinatori di Amnesty International hanno dichiarato furiosi che i “legislatori di El Salvador hanno le mani macchiate di sangue dopo aver rifiutato persino di discutere la proposta di depenalizzazione dell’aborto. La fallita opportunità di porre fine a questa ingiustizia è un duro colpo per i diritti umani in El Salvador”. Dunque chi si oppone all’aborto di Stato avrebbe le mani macchiate di sangue! Sulla testata giornalistica PanamaPost si legge che “sebbene la decisione sia stata presa a livello legislativo, decisive sono state le dimostrazioni di strada della società civile e la raccolta di decine di migliaia di firme in difesa della vita dei non nati”.

La Costituzione e la legislazione civile di El Salvador proibiscono l’interruzione di gravidanza dal momento del concepimento, cioè sono coerenti con le evidenze dell’embriologia che riconoscono nella fecondazione il momento in cui appare l’essere umano, il quale da quel momento si svilupperà senza soluzione di continuità fino all’ultimo stadio della sua esistenza. La legge è fortemente difesa dalla principale associazione medica del Paese, che comprende 37 diverse organizzazioni mediche. “Mai un medico può uccidere per azione o omissione, – dichiara la legge – questo vale anche per l’aborto indotto, che è una grave violazione etica e deontologica. La biologia indica che la persona umana è l’oggetto del diritto assoluto alla vita dal suo concepimento”. Questa posizione etica e politica non contraddice la natura, fa arrabbiare gli abortisti… ma i bambini (con le loro madri) ringraziano.

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