22 luglio 2018

22 Luglio 2018

Ritornare discepoli

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 6,30-34)
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

Il commento

Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato” (6,30). Per la prima volta, nel Vangelo di Marco, i Dodici ricevono il titolo di apostoli. Un titolo meritato sul campo grazie all’esperienza missionaria che hanno vissuto (6, 7-13). E difatti, il Vangelo descrive il ritorno festoso condito con il racconto di quello che hanno compiuto. E proprio quando hanno guadagnato il diploma di apostoli, Gesù li invita a ritornare discepoli: “Venite in disparte [deûte kat’idían], voi soli, in un luogo deserto” (6,31). “Venite” ricorda la parola che ha segnato l’inizio dell’esperienza (1,17), significa: seguite me state dietro di me. Nel momento in cui i discepoli sperimentano il protagonismo della missione, Gesù ricorda loro che sono e restano anzitutto discepoli cha hanno bisogno di essere nutriti dalla parola del Maestro. Per questo li invita ad andare “in disparte” insieme a Lui. Quest’espressione fa riferimento ad un’esperienza di maggiore intimità. Ritroveremo queste parole all’inizio del racconto della trasfigurazione (9,2). Stare in disparte non è solo uno spazio di tempo ma lo stile, anzi la condizione stessa del discepolo. Gesù invita ad andare nel “deserto”, cioè in un luogo appartato, lontano dalla folla e dagli impegni quotidiani. Non si tratta tanto di allontanarsi da qualcuno o da qualcosa ma di avvicinarsi a Dio e di ritrovare se stessi. Il deserto è lo spazio della preghiera silenziosa in cui entriamo in un’amicizia più intima con Dio e gli diamo la possibilità di parlare al cuore.

L’invito di Gesù appare ancora più attuale nel contesto di una società che riempie di parole e di suoni lo spazio del nostro vivere. Siamo costantemente sollecitati a vivere alla superficie, inseguendo le emozioni. Oggi chiediamo la grazia di trovare e custodire spazi di silenzio in cui possiamo stare dinanzi a Dio, lasciandoci nutrire dalla Parola. Questa sosta dona lo slancio necessario per fare della vita una faticosa e feconda avventura missionaria.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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