25 luglio 2018

25 Luglio 2018

Null’altro chiede

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 20,20-28)
In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Il commento

Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedeo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa” (20,20). Stando al Vangelo di Matteo, è la madre di Giacomo e Giovanni a presentare una richiesta fin troppo audace, anzi totalmente fuori luogo se pensiamo alla testimonianza e alla parola che Gesù insegna. Secondo san Giovanni Crisostomo, la madre è inviata proprio dai figli i quali, consapevoli di quanto sia temeraria la loro richiesta, fanno ricadere sulla donna tutta la responsabilità. Sanno bene che ad una madre tutto si perdona. Il Maestro tuttavia non si lascia ingannare, sa che la proposta appartiene ai due discepoli e difatti a loro rivolge la risposta. L’intervento della donna resta però significativo ed attuale. Le madri hanno il dovere di accompagnare i figli per aiutarli a trovare quella via che veste la vita di una gioia non effimera. Le mamme devono restare a fianco dei figli ma non devono instillare nella mente e nel cuore desideri di vanagloria. La gioia non passa per forza per la via del piacere. La realizzazione non sempre coincide con il successo. Anzi. La scena evangelica presenta una madre che si prostra dinanzi a Gesù per chiedere di dare ai figli una vita felice. Io invece vi invito ad aprire un’altra pagina evangelica, quella in cui una Madre, stando ritta in piedi, contempla il Figlio inchiodato alla croce e null’altro chiede se la grazia della fedeltà (Gv 19, 25-27).

La madre di san Luigi Martin, scriveva così al figlio durante gli anni della giovinezza: “Io prego con tutto il fervore del mio spirito affinché Dio spanda, su tutti i miei figli, la felicità e la quiete, di cui tanto c’è bisogno su questa terra tempestosa… Sii sempre umile, figliolo caro”. Dal canto suo Zelia non si accontentava degli ottimi risultati scolastici e neppure delle virtù umane. Desiderava molto di più: “Spero che sarà una buona ragazza, ma la vorrei santa e vorrei santa anche te, mia Paolina” (26 febbraio 1876). Oggi preghiamo per le mamme perché siano capaci di testimoniare e dire ai figli che la vita è bella solo se vissuta in obbedienza a Dio.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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