6 agosto 2018

6 Agosto 2018

Incollati a Gesù

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 9,2-10)
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli.
Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elìa con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.

Il commento

Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli” (9,2). Non è solo un’introduzione ma la premessa di tutto il racconto successivo. È Gesù che prende l’iniziativa e chiama alcuni dei Dodici, quelli che Lui ha scelto. Quando li chiama non spiega il motivo del viaggio. I discepoli non domandano dove e perché. L’avventura è segnata dalla docilità. “Gesù prese con sé….”: in queste semplici parole c’è tutto il segreto della vita e della vocazione: lasciare a Gesù l’iniziativa, concedergli la sovrana libertà di decidere il come e il quando della vita. A noi resta la libertà di rispondere con la più grande docilità. Gesù conosce la strada e, soprattutto, conosce la meta. Noi non possiamo sapere in anticipo, possiamo solo lasciarci condurre. Il Vangelo sottolinea che vanno sul monte: è il luogo dell’incontro con Dio. Il racconto evangelico ci fa pensare ad un altro monte, il Sinai, quando Dio si rivelò a Mosè e gli consegnò le parole dell’alleanza. In questo caso, è Gesù stesso il luogo della rivelazione, ed è Lui la Parola che viene consegnata ai discepoli, testimoni stupiti e spaventati di una verità che supera ogni ragionevole attesa: “Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!” (9,7). Questa esperienza avviene “in disparte” [kat’idían]: il Vangelo vuole così sottolineare l’intimità. L’incontro con Dio chiede la disponibilità a distaccarsi dalla vita ordinaria e dai legami affettivi. Non si tratta di rompere né di prendere le distanze ma di vivere spazi di solitudine in cui c’è posto solo per Dio. L’incontro con Lui ci colma di una grazia che dona la capacità di vivere ogni cosa con un’intensità altrimenti sconosciuta.

Non importa quelli che chiama, noi sappiamo che Dio vuole arrivare a tutti. In realtà noi non conosciamo quelli che vengono chiamati ma solo quelli che hanno risposto. Chissà quanti non hanno riconosciuto la voce o, peggio ancora, hanno rifiutato di incamminarsi lungo le vie indicate da Gesù. Oggi chiediamo la grazia di restare incollati a Gesù, anima e corpo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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1 risposta su “Incollati a Gesù”

La Festa di oggi è molto importante. Oltre alle letture proprie della Liturgia di oggi, penso che ci rimanda al Vangelo della scorsa Domenica (Lavorate per l’alimento che non si perde, ma dura per la vita eterna) e al testo di S. Paolo, “cercate le cose dell’alto”. Andare con Gesú in disparte, essere avvolto dalla presenza di Dio, ascoltare la voce del Padre (Questo à Mio Figlio, ascoltatelo!). Tutto questo è un programma di Vita per crescere nella santità a cui siamo chiamati come Figli di Dio!È bella questa Liturgia!

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