28 agosto 2018

28 Agosto 2018

La via più comoda

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 23,23-26)
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull’anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma all’interno sono pieni di avidità e d’intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi pulito!».

Il commento

Guai a voi […] che pagate la decima sulla menta, sull’anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge” (23,23). L’ipocrisia rende ciechi, impedisce di comprendere il valore essenziale della Legge che Dio ha donato a Israele e finisce per deformare la Parola. Gesù accusa i farisei di esaltare la scrupolosa osservanza formale di alcune pratiche secondarie e, al contempo, di trascurare altri precetti che sono ben più importanti per vivere la fede. In greco abbiamo l’aggettivo barús che significa cose pesanti: Gesù accusa di prendere sul serio le cose leggere e di tralasciare quelle più impegnative e cioè: “la giustizia, la misericordia e la fedeltà” (23,23). Insomma, una via di comodo. Gesù non chiede di rinunciare alla decima, anzi dice espressamente che occorre custodire fedelmente queste antiche prescrizioni. I gesti della religiosità hanno un valore, aiutano il credente a percepire la presenza di Dio nella vita ordinaria, pagare la decima dei prodotti della terra significa ricordare che tutto viene da Dio e tutto appartiene a Lui. La Legge antica chiede di vivere ogni cosa sotto lo sguardo di Dio. Gesù chiede dunque di non fermarsi alla superficie ma di cogliere l’essenziale. L’osservanza minuziosa di questi precetti deve essere intrecciata ai valori che più e meglio manifestano il volto di Dio, egli invita perciò a camminare nei sentieri della giustizia, della fedeltà e della misericordia. Nelle sue parole sentiamo l’eco della denuncia severa fatta dal profeta Isaia: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me” (Is 29,13). Dio non si accontenta della forma esteriore, non sa che farsene delle belle e perfette celebrazioni, Lui vuole entrare e dimorare nel cuore dell’uomo. Per vincere il formalismo religioso non dobbiamo abolire né relativizzare i precetti ma purificare il cuore per fare della propria vita lo spazio luminoso in cui si manifesta la misericordia di un Dio che vuole donare a tutti quella pienezza che egli desidera. È certamente una via più impegnativa ma anche quella che veste di gioia i nostri giorni.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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