
L’oggi di Dio
di don Silvio Longobardi
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 24,42-51)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo. Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni. Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti».
Il commento
“Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà” (24,42). La vigilanza è un’attitudine interiore che plasma tutta la vita e impegna a vivere consapevolmente ogni giorno come l’oggi di Dio, chiede a scrutare con gli occhi della fede ogni avvenimento per riconoscere la presenza di Colui che viene in modo imprevedibile e nascosto. Il Vangelo non fa riferimento solo all’ultimo giorno, in cui il Signore si manifesterà in tutta la sua pienezza, ma chiede di vivere ogni giorno come un appuntamento con Dio. La vigilanza perciò non nasce dal timore ma dall’amore, esprime cioè il desiderio di rispondere con immediatezza agli appelli che lo Spirito semina nella vita ordinaria. Il Signore avverte che non manderà avvisi preventivi, anzi annuncia che verrà come un “ladro” (24,43). Non viene quando lo attendiamo né quando ci fa comodo, non ha paura di sconvolgere le nostre convinzioni. Molti pensano alla vita come un treno che corre senza sobbalzi su binari prestabiliti, una corsa dove tutto è già definito, anche le soste. Tutti vorrebbero una vita calma e tranquilla. E soprattutto una vita che possono gestire senza troppi affanni. Il Vangelo invece ricorda che non siamo affatto padroni della vita. Tutto è nelle mani di Dio che, non raramente, viene e ci conduce su vie sconosciute. A volte, quando ci sentiamo stanchi e vorremmo fermarci ci invita a correre; altre volte, quando il vento soffia e tutto sembra andare a gonfie vele, accadono eventi che ci costringono a fermarci. È sempre Lui che guida la nostra vita. Non è facile ma dobbiamo imparare a cercare la sua volontà in mezzo alle circostanze, spesso caotiche della vita.
Meditando su questo Vangelo negli ultimi mesi della sua vita, Teresa di Lisieux dice: “Non ho paura del Ladro… Lo vedo da lontano, e mi guardo bene dal gridare: Al ladro! Al contrario, lo chiamo dicendo: Di qua, di qua!” (Ultimi colloqui, 9 giugno). Chiediamo la grazia di poter ripetere le stesse parole, vivendo nella pace e abbandonandoci con fiducia alla divina volontà.
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