4 settembre 2018

4 Settembre 2018

Due imperativi

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 4,31-37)
In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità. Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.

Il commento

Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno?” (4,34). Anche questa scena avviene in una sinagoga, questa volta a Cafarnao. La parola di Gesù costringe il male a venire fuori. Un uomo posseduto dal demonio inizia a gridare contro di lui. Gesù non si scompone, non apre il tavolo del confronto, non cerca di capire le ragioni. Con il male non si dialoga. La risposta è un ordine imperativo: “Taci, esci da costui!” (4, 35). Il Rabbì non parla all’uomo ma al male che ha preso dimora in lui. Così dovrebbe fare la Chiesa: non condanna l’uomo ma combatte il male che prende dimora in lui. Nelle parole di Gesù troviamo due verbi imperativi. Il primo è: “Taci!”. Il male oggi ha troppo spazio, è amplificato a tal punto che finisce per oscurare tutto quel mondo di bene che pure esiste. Le pagine della cronaca sono piene di tutto il male possibile, fino al punto da far pensare che il bene è una meteora, un impegno di pochi. Invece di dare spazio alle opere del male, dovremmo con tutte le forze liberare l’uomo dal male. Ecco il secondo imperativo: “Esci da costui!”. Il male si annida nel cuore dell’uomo, s’intrufola nei pensieri e inquina i sentimenti. Se non ci liberiamo dal male, finiamo per soccombere al male. Non c’è via di mezzo. Gesù combatte il male ma ha bisogno della nostra attiva collaborazione. Il nostro primo impegno è quello di annunciare la verità senza confusioni. Il secondo impegno è quello di lottare senza condizioni e senza cercare un’impossibile tregua o un comodo compromesso. Se non allontaniamo il male, Gesù non può dimorare in noi, non può entrarvi come il Maestro che insegna con autorità. Non è possibile nessuna forma di coabitazione. La Parola purifica e dona la grazia di allontanare il male. Cercheremo poi di stringerci a Gesù, in modo da non dare al male la possibilità di entrare. Il maligno non si arrende e cerca in ogni modo di sedurci. Può capitare di cedere qualche volta. Ma la presenza di Gesù lo mette in fuga e gli impedisce di restare e prendere dimora. Un Vangelo impegnativo, quello di oggi. Chiediamo la grazia di tradurre i propositi in impegni precisi.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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