Scuola

Per mia figlia ho scelto una scuola cattolica che valorizza le differenze

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di Michela Giordano

Per rispettare le molte identità culturali in una scuola dell’infanzia di mia conoscenza non si festeggiano Pasqua e Natale, e per delicatezza verso le famiglie arcobaleno, stop a festa della mamma e del papà. Ma davvero questo vuol dire rispettare e valorizzare le differenze?

Sto per trasferirmi. Cambio regione e città. La mia quinta casa in 11 anni di matrimonio. Fa parte del mio ad un militare. Non me ne lamento: in fondo ho l’occasione, preziosa, di conoscere luoghi diversi, confrontarmi con persone diverse. Ho sempre pensato che siano un’opportunità, le differenze, capaci di farci cambiare opinione o di rafforzarla, quando l’altro in cui ti imbatti proprio non ti piace. Perché solo se ti trovi di fronte ad almeno due strade hai compiuto una scelta, altrimenti segui semplicemente la corrente.

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Il fatto è questo: come primo passo, nella definizione della nuova sistemazione, io e mio marito abbiamo cercato una buona scuola per la nostra piccola Aurora. Non un liceo multilingue né un ateneo con possibilità di sessioni all’estero, ma un asilo, anzi, la scuola dell’infanzia, come si chiama ora. “Ce ne è uno comunale di fronte casa”, noto da Google maps. “Una bella fortuna, così non devo prendere la macchina”. No. In questa scuola dell’infanzia, in questa città della quale non è necessario conoscere il nome perché ciò che conta è il concetto, “per rispetto delle molte identità culturali, non si festeggiano Pasqua e Natale, e per delicatezza verso le famiglie arcobaleno, stop a festa della mamma e del papà” e poi non so perché “non festeggiamo neanche il Carnevale”. Va beh.

Non si contesta la laicità della scuola, che è un caposaldo della mia formazione. Non sono una pedagoga, ma credo che mia figlia avrebbe imparato di più se avesse avuto la possibilità di stare in classe con un bimbo che aspettasse il Ramadan o con uno che abbia due papà. Quanto meno perché a casa ci avrebbe chiesto di spiegare l’altro. Una buona scuola pubblica rispetta le differenze, esaltandone la pari dignità, non le annulla o finge di annullarle, ignorandole.

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Glisso sul Carnevale e voglio soprassedere sul fatto che le docenti della scuola in questione se li prendano tutti i giorni di riposo connessi al Natale. Ci siamo confrontati, io e mio marito. Facciamo prevalere la comodità logistica del plesso? Devo solo attraversare la strada. No. Non può essere l’utilità a guidare le nostre scelte. Aurora frequenterà un asilo privato di ispirazione cattolica, ma, tanto per dire, al momento dell’iscrizione, nel chiederci di eventuali intolleranze alimentari, ci siamo sentiti dire: “Possiamo prevedere menù ad personam. Abbiamo, ad esempio, alcuni bimbi musulmani ai quali prepariamo pasti senza carne di maiale”. Giusto per capire come si valorizzano le differenze.




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