5 settembre 2018

5 Settembre 2018

Lo spazio di Dio

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 4,38-44)
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva. Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo. Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato». E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.

Il commento

Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto” (4,42). Dopo aver lottato contro l’indemoniato, Gesù si reca nella casa di Simone ma anche qui lo attende un compito impegnativo: la guarigione della suocera di Pietro e di tanti malati che assediano la casa (4, 38-41). Quando tutto è compiuto, dopo il tempo del legittimo riposo, di buon mattino, Gesù esce dalla casa per andare in un luogo appartato, esce dal luogo degli affetti umani per entrare nel deserto, cioè in quello spazio abitato solo da Dio. Egli vive tra Cielo e terra. Da una parte è ben radicato nella storia concreta e risponde sollecitamente ai molteplici bisogni dell’umanità; dall’altra è totalmente immerso nel mistero di Dio.

L’evangelista offre un’immagine eloquente della vita interiore del Rabbì di Nazaret ma anche un’icona efficace della missione della Chiesa, chiamata ad essere il ponte sacramentale tra Dio e l’uomo. In questa pagina troviamo una provocazione sempre valida ed oggi ancora più attuale. Se il Figlio di Dio, che vive in costante comunione col Padre, ha bisogno di trovare spazi di solitudine, quanto più noi che siamo immersi in una vita frenetica e rischiamo di rimanere prigionieri degli impegni. Andare nel deserto significa mettere da parte impegni e responsabilità per stare dinanzi a Dio. Soli cum Solo, dicono i certosini. Chi ha paura del silenzio non imparerà mai ad ascoltare la parola di Dio, chi non sa sottrarsi agli impegni finisce per perdere l’appuntamento con Dio. La casa è il luogo degli affetti più significativi, quelli che strutturano la vita dell’uomo. La Chiesa è il luogo dove possiamo incontrare Dio, è la comunità umana abitata da Dio. L’incontro con Dio non ci allontana dalla vita ma ci dona la grazia di portare nella fatica quotidiana la luce di Dio. La gente desidera fare esperienza di Dio, ha bisogno di Dio. La Chiesa non deve ridurre il Vangelo ad una serie di valori umani ma deve offrire a tutti la possibilità di incontrare personalmente il Dio vivente. È questa la premessa per tornare a vivere e a sperare.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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