
Restare fedeli
di don Silvio Longobardi
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,6-11)
Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo.
Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo. Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita. Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.
Il commento
“Un altro sabato egli entrò nella sinagoga e si mise a insegnare” (6,6). Questo brano conclude la sezione delle controversie (Lc 5,17 – 6,11) in cui appare un conflitto sempre più aspro tra Gesù e i farisei. Questi ultimi bocciano senza appello l’insegnamento del Rabbì di Nazaret perché lo ritengono difforme rispetto alla tradizione. Nella pagina che oggi meditiamo Gesù entra nella sinagoga e si mise ad insegnare (6,6). Siamo in giorno di sabato. L’evangelista annota che i farisei “lo osservavano” (6,7). Il verbo paratēréo significa scrutare con attenzione. Un’immagine assai efficace per descrivere il loro atteggiamento interiore. Non ascoltano. A loro non interessa quello che dice ma quello che fa “per trovare di che accusarlo”. Attendono un passo falso, un errore madornale. L’annotazione è carica di amarezza, è triste dover riconoscere che l’odio ha ormai preso stabile dimora. Quel giorno nella sinagoga c’è un uomo con una mano inaridita (6,6). Come mai si trova lì? Possiamo pensare che la sua presenza non sia affatto casuale, forse è stata preparata dagli stessi farisei, una trappola per vedere se lo guarisce, facendo così quello che, ai loro occhi, non è lecito in giorno di sabato. Quell’uomo ha la mano inaridita, ma i farisei hanno il cuore inaridito. Gesù guarisce la mano ma non può entrare nei cuori che sono totalmente chiusi alla luce. Egli conosce i suoi avversari e sa quello che essi sperano(6,8), almeno in quella circostanza avrebbe potuto evitare di dare una conferma alle loro accuse. Egli invece non sceglie la via più accomodante, non si sottrae alla sua missione, non rinuncia a dare la guarigione, pur sapendo di alimentare altre polemiche. Non solo per amore della verità, ma anche per amore di quell’uomo malato che si trova davanti a Lui. La conclusione purtroppo è scontata: i farisei “fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù” (6,11). Oggi chiediamo la grazia di non spaventarci dinanzi alle ingiustizie e alle avversità ma di restare fedeli alla missione ricevuta.
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