12 settembre 2018

12 Settembre 2018

Una strada troppo ripida

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,20-26)
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti. Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».

Il commento

Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio” (6,20). Quella delle beatitudini è una pagina seducente e sconcertante, una proposta lontanissima dal nostro modo di pensare. Facciamo fatica a seguire Gesù su questa strada troppo ripida per i nostri gusti. La vita non è semplice, lo sappiamo, e ci sforziamo di accettare la fatica e le difficoltà. Ma questo Vangelo non chiede solo di accettare la povertà ma di restare poveri; non solo avverte che ci sono situazioni in cui è inevitabile versare lacrime ma dichiara beati proprio quelli che piangono; non si contenta di dirci che incontreremo una tenace opposizione ma invita a ringraziare Dio proprio quando riceveremo disprezzo e persecuzioni… In poche parole, Gesù dichiara beati quelli che ai nostri occhi sono disgraziati. Egli propone un ideale esattamente contrario a quello che noi cerchiamo di avere e di conquistare. Noi vogliamo ricevere stima e considerazione dalla gente. Nessuno vuole sperimentare la fame e la precarietà, anzi tutti fanno a gara per raggiungere la necessaria stabilità materiale. Siamo molto lontani dal Vangelo, facciamo fatica ad entrare nella logica delle beatitudini.

Con un linguaggio affascinante e provocatorio, il Signore Gesù insegna che persone e cose non devono mai diventare un assoluto che si sostituisce Dio, l’unico Bene desiderabile e necessario. Chi vive di Dio, si accontenta dell’essenziale, non ha bisogno di riempire la vita di cose che saziano la carne e soffocano il cuore. Dobbiamo riconoscere invece che non poche volte l’uomo ripone la sua gioia nei beni materiali e finisce per chiudersi in essi, senza più cercare Colui che è all’origine di ogni cosa. Ci fermiamo alle cose o diventiamo prigionieri degli affetti. Quante volte sostiamo stupiti nel contemplare la bellezza del creato e dimentichiamo il Creatore, non sappiamo più dire: “Laudato sì, mi’ Signore”. Oggi chiediamo la grazia di vivere ogni gioia terrena, anche quella più piccola, come un dono che viene da Dio e conduce a Dio.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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