13 settembre 2018

13 Settembre 2018

Un amore senza frontiere

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,27-38)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

Il commento

Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano” (6,27). Un’altra di quelle pagine che mettono in crisi e ci costringono a misurare l’infinita distanza tra la nostra vita tiepida e quello che Gesù chiede ai suoi discepoli: amare i nemici, fare del bene a quelli che ci odiano, benedire coloro che ci maledicono, pregare per coloro che ci trattano male. Una parola assai difficile da tradure nella vita quotidiana. Non solo perché è oggettivamente faticoso ma anche perché ci sembra una palese ingiustizia. Abbiamo ragione di pensare che, almeno in questo caso, Gesù esagera, chiede l’impossibile. Fare del bene a chi opera il male significa calpestare la verità. La logica del Vangelo non sempre collima con l’istintiva ragione che chiede di dare a ciascuno la giusta ricompensa. Gesù chiede di aprire le frontiere, insegna un nuovo e più esigente stole di vita, invita a guardare la persona nella sua irripetibile dignità. La giustizia resta la via ordinaria e va perseguita ma l’esperienza quotidiana ci dice che questa via è radicalmente insufficiente per dare un volto umano alla società. Abbiamo bisogno di usare il registro della carità che semina il bene anche dove il male si afferma con prepotenza. Questo criterio ovviamente richiede un’applicazione diversa in relazione al contesto sociale o domestico. Ma dobbiamo stare attenti a non giocare al ribasso.

L’insegnamento rivoluzionario è introdotto da un’osservazione: “A voi che ascoltate, io dico”. Gesù parla proprio a noi che ogni giorno apriamo il Vangelo, a noi che desideriamo con tutto il cuore camminare sulle orme del Maestro. Non siamo in grado di percorrere questa strada, è Gesù che ci prende per mano e ci conduce lungo i sentieri della carità fraterna. Accogliamo con fiducia questa Parola. Si tratta senza dubbio di una via stretta ma è quella la via più sicura per arrivare a Dio. Oggi chiediamo la grazia di imparare a fare il primo passo per spezzare sul nascere quelle ostilità che rischiano di alzare muri di estraneità.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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