
Un vero educatore
di don Silvio Longobardi
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,57-62)
In quel tempo, mentre camminavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».
Il commento
“Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse” (9,57). Il Vangelo descrive tre incontri, il primo riguarda un tale che dice a Gesù: “Ti seguirò dovunque tu vada” (9,57). Nessuno lo ha chiamato, è lui stesso che si candida. In questa dichiarazione possiamo intravedere tutta la disponibilità e la prontezza. Ma vi è anche molta ingenuità. La stessa di Pietro che nell’ultima cena dice al Maestro – e ripete con insistenza – di essere pronto a dare anche la vita (Gv 13, 36-37); ma poco dopo viene meno alla solenne promessa e rinnega (Lc 22, 54-62). La parola di Gesù sembra smorzare l’entusiasmo: “Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo” (9,58). Il Maestro non intende scoraggiare quest’uomo. Ma non vuole neppure nascondergli la verità. Sarebbe come ingannarlo. Gli fa notare che la sequela non è una passeggiata turistica ma consiste nel condividere la missione di Colui che “da ricco che era si è fatto povero” (2Cor 8,9). Egli presenta se stesso come modello di una vita spesa totalmente al servizio del Regno. Il discepolo deve guardare a Lui, conformarsi a Lui, “comportarsi come lui si è comportato” (1Gv 2,6). Gesù si rivela come il vero educatore che non cerca di accattivarsi i discepoli con false promesse, ma presenta loro le asprezze del cammino. L’espressione “non ha dove posare il capo” non fa riferimento solo alla mancanza di una casa e dei ben materiali ma indica una vita totalmente consumata nell’annuncio e nella carità. Chi sceglie di seguire Cristo rinuncia ad ogni comodità, s’impegna a cercare l’essenziale in ogni cosa, accetta la solitudine e le incomprensioni che derivano dalla fedeltà, si prepara ad affrontare fatiche e tribolazioni per amore del Maestro. Per questo vive tutto con gioia perché tutto diventa un’offerta. Marthe Robin (1902-1981) ha vissuto gran parte della sua vita aggrappata al suo letto di paralitica. Eppure diceva: “La mia vita è una Messa continua. Non ho mai l’impressione che il mio letto sia un letto. È un altare”. Ecco la fede che oggi chiediamo.
Nessun commento per “Un vero educatore”