
Chi prega si salva
di don Silvio Longobardi
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11,1-4)
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre,
sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione».
Il commento
“Signore, insegnaci a pregare” (11,1). I discepoli hanno visto tante volte Gesù pregare e forse hanno intravisto il fascino di quella preghiera così diversa da quella che loro hanno imparato fin da bambini. La domanda che rivolgono al Maestro non nasce dalla curiosità e non si limita a chiedere una formula, esprime il desiderio di entrare nel mistero di quella preghiera che illumina il volto di Gesù. Pregare non significa semplicemente dire preghiere ma entrare in un luogo misterioso dove Dio ci attende. La preghiera è il ponte invisibile che lega Cielo e terra. Il desiderio della preghiera è il segno della fede, chi prega non confida in se stesso ma in Dio, non pensa di affrontare la vita con le proprie capacità ma chiede a Dio luce e forza. “Chi prega si salva, chi non prega si danna”, diceva sant’Alfonso in un’epoca in cui non si aveva paura di dare giudizi netti. Oggi possiamo usare un altro linguaggio ma la sostanza non cambia. Chi non prega conta solo su se stesso e, prima o poi, rimane a terra. Chi non prega vive chiuso nell’orizzonte terreno, il Cielo rimane lontano, anzi è solo un’illusione dei sensi. Per noi, la vita si misura costantemente a partire da Dio: “Come in Cielo così in terra” (Mt 6,10). La contemplazione non ci allontana dalla realtà anzi ci aiuta a vivere ogni giorno come una grazia, ci insegna a non sciupare niente perché abbiamo coscienza che tutto viene da Dio. Chi prega non smarrisce la strada e non perde la gioia. Nella misura in cui il nostro sguardo è rivolto al Cielo, riceviamo la grazia di vivere con i piedi ben radicati nella storia.
“Signore, insegnaci a pregare”. Questa domanda dovrebbe germogliare nel cuore di ogni credente. Se la nostra catechesi non genera questa semplice invocazione, non raggiunge il suo scopo e non conduce alla maturità della fede. Il desiderio sincero della preghiera non solo esprime la fede ma è la premessa per vivere la fede in obbedienza a Dio, cercando in ogni cosa di santificare il suo Nome santo e di manifestare il suo Regno. È questa la fede che oggi chiediamo.
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