15 ottobre 2018

15 Ottobre 2018

Non cerchiamo altri segni

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11,29-32)
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».

Il commento

Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno” (11,29). La gente cerca un segno, un evento eclatante che mostri in modo indubitabile Gesù come il Messia atteso. Si tratta di una pretesa che Dio non può accettare. Il rapporto tra l’uomo e Dio deve fondato sulla fiducia. Per questo Gesù risponde a muso duro e definisce malvagia la sua generazione perché non riconosce la grazia che Dio dona con abbondanza. È questo la sorgente del male. La denuncia è sempre intrecciata all’annuncio. Gesù richiama la testimonianza di Giona, il profeta inviato a predicare a Ninive, la città degli storici nemici d’Israele. Nella sua vicenda possiamo intravedere la strategia di Dio. Giona non compie alcun prodigio ma consegna una Parola, in apparenza dimessa ma capace di suscitare un sincero impegno di conversione: è questo il segno che risplende lungo i secoli. Non vogliamo negare a Dio la possibilità di compiere prodigi ma è una scelta che dobbiamo lasciare alla sua libertà. La divina Provvidenza può donare quando e come vuole segni prodigiosi attraverso miracoli o eventi soprannaturali. Ma tutto questo è lasciato a Dio, non spetta a noi decidere tempi e modalità. Non possiamo chiedere segni straordinari, tanto meno dobbiamo pretenderli come condizione della fede. Altra cosa è porsi dinanzi a Dio con umiltà e fiducia e chiedergli di manifestare in forma concreta la sua Provvidenza. Possiamo sempre chiedere con umiltà e fiducia. Dobbiamo fare attenzione a non legare la fede agli eventi soprannaturali: la gente corre dove pensa che avvengano i miracoli. La fede suggerisce invece di cercare Dio non tanto negli eventi soprannaturali ma in quelli sacramentali perché attraverso questo segno Dio ci raggiunge quotidianamente. Oggi chiediamo la grazia di avere la fede umile per inginocchiarci dinanzi all’Eucaristia e accogliere con gioia il Pane consacrato come il dono più bello e la grazia più efficace. È questa la fede che dobbiamo coltivare e comunicare.

 



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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