20 ottobre 2018

20 Ottobre 2018

La bestemmia contro lo Spirito

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 12,8-12)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato. Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire».

Il commento

Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato” (12,10). Il brano evangelico riporta una parola che troviamo fedelmente registrata anche in Marco e Matteo: si tratta di parole “impressionanti e sconvolgenti”, scrive Giovanni Paolo II. Ad una prima lettura questa formulazione sembra contrastare con l’annuncio della misericordia che percorre tutte le pagine del Vangelo e che possiamo considerare il cuore della buona notizia. Dio è sempre pronto a perdonare ed è sempre disposto a ricominciare. Questo annuncio diventa ancora più visibile nella pagina oscura del rinnegamento di Gesù: nella notte della passione l’apostolo Pietro prima tradisce il Maestro e subito dopo, toccato dallo sguardo misericordioso di Gesù, prende coscienza del suo peccato e versa lacrime di sincero pentimento. Luca offre l’interpretazione più commovente: uscito fuori, pianse amaramente” (22,62). Tutto questo è opera dello Spirito che illumina interiormente la coscienza e apre l’uomo alla conversione. Giovanni afferma che quando sarà venuto, lo Spirito “dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato” (Gv 16,8). Se invece l’uomo si chiude alla grazia, se non riconosce il suo peccato, anzi lo giustifica; e se, peggio ancora, persevera nell’errore e non invoca la misericordia di Dio, allora non potrà ottenere il perdono. Il vocabolo bestemmia – dal greco blasphemía – significa ingiurare per mezzo di parole. In questo caso, spiega Giovanni Paolo II, non consiste propriamente nell’offendere con le parole lo Spirito Santo; consiste, invece, nel rifiuto di accettare la salvezza che Dio offre all’uomo mediante lo Spirito Santo (Dominum et vivificantem, 46). “Quanto il cielo è alto sulla terra, così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono”, dice il salmista (sal 103,11). Ed è vero. Ma è vero anche che per accogliere la misericordia, dobbiamo chiederla. E per chiederla, dobbiamo riconoscerci peccatori. Oggi chiediamo la grazia di fare della nostra vita un continuo cammino di conversione.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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