
Piccola cosa
di don Silvio Longobardi
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 13,18-21)
In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami». E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Il commento
“È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero” (13,19). L’espressione regno di Dio fa pensare ad un territorio in cui Dio siede sul trono. Gesù invece pensa all’intera umanità, la sua missione è quella di ridare ad ogni uomo la gioia di riconoscersi figlio di Dio. Il Regno che egli annuncia non è una struttura politica ma una relazione che trasforma il cuore dell’uomo e lo rende capace di costruire una storia che ha il timbro di Dio. Gesù presenta questo ideale, che appare ambizioso anche ai più ferventi discepoli, attraverso parole banali e immagini tratte dalla quotidianità. C’è un’evidente sproporzione tra il contenuto altisonante della proposta e gli esempi di cui si serve. Gesù non spiega come Dio intende realizzare il suo progetto, a lui interessa annunciare che il regno di Dio non passa attraverso eventi eclatanti ma attraverso i sentieri della piccolezza. Il granello di senape gettato in terra e il lievito mescolato nella farina, fanno pensare che Dio si nasconde negli eventi della storia e quasi scompare. Chi lo cerca negli avvenimenti più clamorosi, resta deluso. Chi vuole vedere il cristianesimo come una realtà vittoriosa, sbaglia strada. Al tempo stesso, Gesù vuole comunicare ai discepoli la certezza che quello che ai nostri occhi appare piccola cosa, resta ben saldo nella storia e un giorno rivelerà la sua bellezza e fecondità. La Parola di oggi è impregnata di speranza. Possiamo vivere tutto nella luce di Dio e dobbiamo imparare ad accogliere ogni situazione come un dono di Dio. Oggi possiamo pregare così:
“Ti ringraziamo, Padre Santo, per questo nuovo giorno. Tu lo sai, non sempre sappiamo misurare gli eventi, per questo chiediamo la grazia di accogliere tutto come un tuo dono, anche quello che non attendiamo e non desideriamo, anche quello che contraddice le nostre attese. Fa’ che la nostra vita diventi buona notizia e partecipi a quella storia di fede e di carità che Tu costruisci lungo i secoli. Amen”.
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