Asia Bibi

Assolta Asia Bibi, ordinato il suo rilascio immediato

Asia Bibi

a cura della Redazione

La Corte Suprema del Pakistan ha assolto Asia Bibi dall’accusa di blasfemia. La donna era stata condannata a morte del 2010 per aver professato la sua fede in Gesù Cristo. Esultano gli attivisti per i diritti umani e la comunità cristiana, ma la situazione è tutt’altro che serena.

Oggi 31 ottobre 2018 alle ore 9.20 del mattino le 5.20 in Italia, la Corte Suprema del Pakistan ha dichiarato innocente Asia Bibi, la donna cristiana arrestata nel 2009 e condannata a morte nel 2010 per presunta blasfemia.

La donna era stata arrestata dalla polizia nel suo villaggio di Ittanwali, nella provincia del Punjab, in seguito alla denuncia di altre donne di fede musulmana per blasfemia dopo un presunto reato contro il profeta Maometto durante una discussione.

La legge sulla blasfemia del Pakistan è contestata anche a livello internazionale come strumento di repressione nei confronti delle minoranze non islamiche. Finora, a ogni modo, nessuna delle condanne a morte è stata emessa sulla base delle norme vigenti. Secondo l’emittente Geo Tv, all’origine della decisione dei giudici la “mancanza di prove oltre ogni ragionevole dubbio”.

Nel febbraio scorso papa Francesco aveva ricevuto in Vaticano la figlia Eisham e il marito di Asia Bibi, Ashiq, giunti a Roma ospiti di Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs) insieme a Rebecca, una ragazza nigeriana cristiana, vittima di Boko Haram.

Il caso di Bibi riguardava un litigio con alcune lavoratrici di un frutteto nel Punjab che l’avevano accusata di aver bevuto da un pozzo per lei proibito in quanto “infedele cristiana” e quindi “impura”. Allora Bibi avrebbe detto: “Credo nella mia religione e in Gesù Cristo, morto sulla croce per i peccati dell’umanità; cosa ha mai fatto il vostro profeta Maometto per salvare l’umanità?”.

Gli attivisti per i diritti umani e la comunità cristiana hanno accolto con favore il verdetto finale della Corte suprema. Ma Islamabad è in stato di massima allerta. Oltre trecento poliziotti presidiano il palazzo della Corte Suprema e unità dell’esercito sono stanziate a difesa degli altri edifici istituzionali. Khadim Hussain Rizvi, a capo del partito islamista Tehreek-e-Labbaik Pakistan, sta infatti organizzando una protesta nazionale contro l’assoluzione della donna. Le forze dell’ordine presidiano anche i più importanti luoghi di culto cristiani come le cattedrali.




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