6 novembre 2018

6 Novembre 2018

Non c’è tempo da perdere

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 14,15-24)
In quel tempo, uno dei commensali, avendo udito questo, disse a Gesù: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!». Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”. Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”».

Il commento

Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti (14,16). Nelle parabola introduttive della parabola intravediamo il volto di Dio che chiama tutti a partecipare al banchetto della vita. Un Dio che non vuole essere felice da solo ma desidera condividere la sua gioia con l’intera umanità. Per questo prepara tutto e al momento opportuno manda “il suo servo” (14,17): il singolare fa pensare a Gesù, il Figlio che si è presentato nella forma di servo (Mt 20.28). è Lui che fa risuonare l’annuncio: “Venite, è pronto” (14,17). È Lui che porta a compimento le promesse. Grazie a Lui possiamo fin d’ora gustare la cena, cioè entrare nella piena comunione con Dio. L’invito non trova una calorosa accoglienza, anzi il Vangelo sottolinea che incontra un clamoroso flop. E tuttavia, la parabola annuncia che, malgrado la tristezza, Dio non si arrende e non perde tempo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi” (14,21). Come se dicesse: “Non c’è tempo da perdere, va’ a chiamare quelli che pensano di essere esclusi dalla festa, quelli che non contano nulla”. Gli esclusi ricevono i posti d’onore. La chiamata questa volta sortisce un effetto positivo. Ma il servo constata che “c’è ancora posto” (14,22). Di nuovo la parola del padrone suona come un comando inappellabile: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia” (14,23). Troviamo qui il verbo ghemízō che significa: riempire fino all’orlo.

In ogni celebrazione eucaristica risuona l’invito: “Beati gli invitati alla cena del Signore”. Ogni giorno Dio invita i suoi figli a partecipare al banchetto della vita. Non si tratta di ricevere qualcosa ma di accogliere Qualcuno e di rinnovare l’amicizia con Lui. Oggi chiediamo la grazia di vivere con gioiosa fedeltà l’incontro sacramentale e di camminare in compagnia di Dio tutti i giorni della nostra vita, fino a quando, per sua misericordia, entreremo nell’eternità beata.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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