
Dare tutto
di don Silvio Longobardi
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 12,38-44)
In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».
Il commento
“Venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo” (12,42). Il racconto evangelico sottolinea il contrasto tra i ricchi che ostentano la loro offerta e una povera vedova che dona due monetine. Anche Gesù riscontra un contrasto ma lo legge all’incontrario, egli osserva infatti che i ricchi danno il superfluo mentre la vedova dona “tutto quello che aveva per vivere” (12,44). Ad essere buoni, dobbiamo riconoscere che nel gesto della vedova c’è una mancanza di prudenza, anzi c’è un pizzico di follia. Eppure Gesù la loda e la presenta come un modello di quella sequela che egli chiede ai discepoli. Proviamo a raccogliere la provocazione del Vangelo, partendo da una premessa: questo brano non può essere letto solo come un invito ad essere più generosi nella solidarietà. Una tale interpretazione mi sembra assai riduttiva. Qui c’è in gioco il modo di vivere la fede, la disponibilità a seguire Gesù. Il Vangelo annuncia quello stile di vita che il discepolo deve assumere. Davanti a Dio non è importante se diamo poco o molto. Ciò che conta è … dare tutto. Tutto ciò che siamo e tutto ciò che abbiamo. Fossero anche due spiccioli, se diamo tutto, significa che vogliamo rispondere alla chiamata di Dio con quella generosità che appartiene ai santi. È una proposta impegnativa. Non è facile dare tutto perché abbiamo paura di restare a mani vuote. Per questo cerchiamo sempre di custodire un piccolo gruzzolo per le necessità più urgenti. Non si sa mai. Gesù non chiede solo di dare qualcosa ma chiede di donare la vita, non si tratta di condividere poco o molto ma di donare tutto, cioè la vita stessa. Non è facile condividere le risorse materiali ma ancora più difficile è consegnare a Dio i sogni e i progetti, lasciando a Lui il compito di tracciare la strada. Non è facile avere le mani vuote e attendere tutto dalla Provvidenza. Non è facile vivere come mendicanti che hanno bisogno del necessario. Tutto questo sembra contrastare con la nostra dignità. Ma è quello che Gesù chiede: date tutto a Dio e Dio sarà tutto per voi! E allora, solo allora, nulla vi mancherà.
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